Scusate se torno ancora sull’argomento del Corpo Forestale dello Stato di cui si è sancita la soppressione – seppure solo, per il momento, in sede di Commissione Affari Costituzionali del Senato – ma questo approfondimento è doveroso, sia per la colpevole brevità del mio precedente post, sia per gli interventi che ne sono seguiti.

Alcuni di questi interventi hanno evidenziato che continuerebbero a sopravvivere i forestali regionali. Vero.
Infatti, nei territori delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e di Bolzano “restano ferme tutte le attribuzioni spettanti ai rispettivi Corpi forestali regionali e provinciali”, incluse le funzioni “di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria”. Questo è quello che prevede un emendamento passato sempre in Commissione Affari Costituzionali al Senato. Una proposta firmata dal senatore del gruppo per le Autonomie, Karl Zeller.

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L’eventuale accorpamento nelle altre forze di Polizia riguarda, infatti, si legge così nel testo approvato dalla commissione, esclusivamente il Corpo Forestale dello Stato. A titolo di esempio, nella sola Sicilia, i forestali sono 28.000 (di cui 778 dipendenti a tempo indeterminato) e costano la bellezza di 480 milioni all’anno

Ed in totale, i forestali ‘autonomi’ ammontano a circa 3.000 unità, a fronte dei nemmeno 8.000 uomini dell’intero Corpo Forestale (un po’ di più dei vigili urbani di Roma). Ciò detto, siamo sicuri che l’intento è quello di risparmiare?

Un altro esempio. In Calabria i lavoratori forestali (che nulla hanno a che vedere beninteso con il Corpo Forestale) sono circa il triplo di quelli dell’intero Canada, cioè circa 10.000 ed ogni anno ricevono contributi sostanziosi da parte dello Stato.

Solo nel triennio 1993-95 arrivò dal governo ‘un contributo speciale di 1.340 miliardi di lire‘, quasi 700 milioni di euro. Il capo della protezione civile Franco Gabrielli li ha definiti così: “La politica ha trovato consenso, collocando persone in contenitori che, lungi dal servire a qualcosa, sono un peso per la finanza pubblica e non svolgono la funzione a cui sono preposti”. Perché non intervenire anche qui, se davvero si vuole risparmiare?

Ma davvero poi si risparmia sopprimendo il Corpo Forestale? Esso costa alle tasche dei cittadini circa 30 milioni di euro l’anno (escludendo gli stipendi, che comunque sopravviverebbero). Il Corpo mediamente in questi anni ha elevato sanzioni per circa 28 milioni di euro l’anno: € 24.457.934 nel 2010; € 38.246.673 nel 2011; € 27.282.012 nel 2012; € 22.960.453 nel 2013, per una media nel quadriennio di € 28.236.768.

Dove sta il risparmio? Piuttosto, si calcola che la soppressione del Corpo comporterebbe un costo aggiuntivo per l’adeguamento della struttura di circa 25 milioni di euro. Nessun risparmio dunque, ma anzi costi aggiuntivi.
In più, il governo soffre di strabismo, infatti, nel momento in cui decide di sopprimere il Corpo Forestale, la Commissione Agricoltura alla Camera – occupandosi dei roghi tossici della Campania – con due recenti risoluzioni impegna il governo nell’immediato a rafforzare, anche con misure straordinarie, l’organico del Corpo Forestale dello Stato. La Commissione, in proposito, afferma “l’unica forma di contrasto all’illecito smaltimento di rifiuti è posta in essere dall’azione del Corpo Forestale dello Stato”. Dalle risoluzioni, dunque, “appare necessario nell’immediato rafforzare, anche con misure straordinarie, l’organico del Corpo Forestale dello Stato” presente sul territorio interessato. E non solo. Le due risoluzioni propongono anche di accorpare al Corpo Forestale dello Stato le polizie provinciali e far confluire al suo interno unità provenienti dal piano di dismissione di aeronautica.

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E qui veniamo alle conseguenze della soppressione. C’è chi afferma che non cambierà nulla. Non è vero. Il Corpo fino ad oggi ha garantito in totale autonomia una costante presenza sul territorio e, ad onta del suo organico limitato, una costante opera di contrasto alle attività illecite che riguardano l’ambiente, come si legge, del resto, sopra. Sopprimerlo significherebbe fargli perdere l’autonomia, far confluire le sue competenze in altre più generaliste, insomma, alla lunga, disperdere un patrimonio ed avere una minore attenzione per la tutela dell’ambiente.

Ché, se davvero si volesse risparmiare, si potrebbe agire nel senso non già della soppressione del Corpo, ma in quello della sua valorizzazione e rafforzamento. Ad esempio, facendo confluire le polizie provinciali (circa 2.800 unità) all’interno del Corpo (come previsto alla Camera), e così pure i forestali delle Province e Regioni autonome, riducendone però altresì gli ipertrofici organici. È quello che prevede una petizione da firmare on-line lanciata in questi giorni dal mondo ambientalista e che ha superato le 45.000 firme.

Ma evidentemente non si andrà in questa direzione, bensì in quella contraria. A questo governo di tutelare l’ambiente non potrebbe importare di meno. Questa la triste realtà. Basti vedere cosa prevede il decreto ‘sblocca Italia‘.

Chiudo evidenziando che le forze politiche che si sono dette contrarie alla soppressione del Corpo Forestale sono variegate: si va dal Movimento Cinque Stelle, a Sel, a Forza Italia. Dichiarazioni contrarie anche da Don Ciotti e Roberto Saviano, il quale ultimo ne sottolinea il ruolo fondamentale. Se venisse soppresso “a rimetterci saremmo tutti noi”.

 

 

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