E con questa sono due. Il mare che piace ai valdostani della Seva s.r.l. è quello del golfo dell’Asinara. Non solo per fare il bagno, ma per fare affari e produrre energia. Con una centrale eolica off shore, al largo, ma non troppo. Un progetto da 28 aerogeneratori, alti 90 metri sopra il livello del mare con una potenza da 3,6 MW (megawatt) ciascuno che puntano a generarne 250mila l’anno. Il tutto in uno specchio d’acqua di 284,59 ettari, ovvero 2.845.908 metri quadri, nei comuni di Porto Torres e Sassari. Il 30 aprile la società, con sede a Gressan (Aosta) ha inviato una richiesta alla Capitaneria di Porto Torres, per ottenere una concessione demaniale marittima per 50 anni proprio davanti al parco nazionale dell’Asinara e poco distante dalle spiagge di Stintino, in mezzo al cosiddetto Santuario dei cetacei, tra la Sardegna, la Liguria, la Toscana e la Provenza.

Ora l’avviso è stato pubblicato nell’albo pretorio del comune di Porto Torres e c’è tempo dal 1° giugno fino al 30 per far arrivare “osservazioni (…) a tutela dei loro eventuali diritti, e/o istanze concorrenti”. E le bocciature sono già arrivate a suon di dichiarazioni e comunicati sia dalle associazioni ambientaliste, sia dagli amministratori locali e dalla stessa Regione. Il progetto. Per la Seva s.r.l. questo è il secondo tentativo: il primo, già bocciato, risale a circa un anno fa, a giugno. E nell’autunno del 2011 aveva puntato al Tirreno toscano con una richiesta di concessione demaniale alla capitaneria di Livorno. Pale eoliche a quattro chilometri dalla costa tra Pisa, San Giuliano Terme e Vecchiano. Un progetto simile a quello sardo. Una posizione strategica quella scelta nell’Isola anche per la vicinanza alla centrale termoelettrica di Fiume Santo (Porto Torres) della multinazionale tedesca E.On, in odore di disimpegno rispetto agli investimenti previsti e concordati con la Regione, proprio sul fronte energia. Nell’avviso pubblico il progetto “industriale” ha queste caratteristiche: le pale, con un rotore dal diametro di 120 metri, sarebbero disposte in quattro file parallele a 600 metri l’una dall’altra, orientate in posizione nord ovest. Completano l’impianto i cavi tra gli aerogeneratori, una rete elettrica interrata e una cabina di trasformazione a terra. Gli ambientalisti. Il fronte del no è compatto. Le associazione ecologiste Gruppo d’intervento giuridico e Amici della terra hanno già annunciato un atto di opposizione e classificano la richiesta “come l’ennesimo atto di speculazione in una regione che conta 27 centrali eoliche, 34 in attesa di autorizzazione” . La stessa cosa farà Legambiente Sardegna che ha dichiarato “irricevibile il progetto”. L’interrogazione e la Regione. Per Mauro Pili, deputato Pdl ed ex governatore si deve “interrompere l’iter autorizzativo”, per questo ha presentato un’interrogazione urgente ai ministri delle Infrastrutture, Corrado Passera, e dell’Ambiente, Corrado Clini. Intanto piovono bocciature dal sindaco di Porto Torres, Beniamino Scarpa e dagli amministratori del golfo. No categorico all’eolico non in terra ferma pure dalla Regione e dal presidente Ugo Cappellacci (Pdl): l’assessore regionale all’Industria, Alessandra Zedda, ha ricordato che “sono già stati assunti provvedimenti adeguati che vietano qualsiasi tipo di impianto eolico off-shore sulle nostre coste per il pregiudizio ambientale”. Si riferisce alla legge regionale n.4 del 2009, che considera il mare una risorsa da tutelare. E aggiunge: “Nel Piano d’azione regionale per le energie rinnovabili, approvato lo scorso mese di marzo dalla Giunta, abbiamo bandito l’off-shore non solo nel golfo dell’Asinara, ma in tutta la Sardegna”. Ma il piano regionale per energie rinnovabili ancora non c’è, anche se l’assessore promette: “Sarà approvato entro il 2012″.

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