Clima, la strategia di sensibilizzazione è fallita: stiamo giocando una partita senza regole né arbitro

Durante la Climate Week, a Venezia, assisto alla presentazione di un libro di un famoso fotografo, totalmente d’accordo con gli ambientalisti e anche lui ambientalista, che però rimprovera la scarsa capacità di convincimento di chi ha a cuore l’ambiente. Cita l’esempio degli scienziati che negano le nostre responsabilità per il cambiamento climatico, e ne nomina alcuni. E poi cita predizioni catastrofiche. Concorda che si stiano verificando, ma la “gente” non si può convincere con la paura, vanno usate altre strade, anche se non dice quali.
Concordo con lui: la strategia è fallita. Non c’è stata possibilità di commentare le sue affermazioni, anche se mi fremeva la laringe dalla voglia di farlo. Cosa gli avrei detto?
1 – Uno dei migliori comunicatori di questo secolo si chiamava Francesco e di mestiere faceva il Papa. Ha scritto un’Enciclica che abbraccia in toto le argomentazioni degli scienziati, chiedendo la conversione alla scienza che studia l’ambiente: l’ecologia. Non è bastato. Possiamo pensare di essere meglio di lui nel comunicare? Se non c’è riuscito lui… Il nuovo Papa, tra l’altro, ancora non parla di ambiente.
2 – Oltre ai problemi abbiamo proposto le soluzioni tecnologiche, prima di tutto le rinnovabili. Prima dicevano che non erano una soluzione, ora che invece ci sono interi paesi che vanno a rinnovabili si gode se un malfunzionamento causa un disservizio temporaneo. E si propone il nucleare.
3 – Il catastrofismo funziona benissimo per impaurire la gente e farle accettare scelte contro i suoi interessi. Ci stanno prospettando l’invasione dell’Europa da parte della Russia (che è in Europa) per convincerci a spendere miliardi in armamenti. E nessuno rimprovera a questi catastrofisti di generare paure immotivate, mettendo i popoli gli uni contro gli altri. La catastrofe climatica, invece, dovrebbe unire i popoli del pianeta per contrastare un pericolo comune, mentre la corsa agli armamenti esalta i contrasti tra i popoli. Eppure funziona!
4 – Si accusano gli ambientalisti di essere una lobby, finanziata con i progetti Life dell’Unione Europea. Questo pareggia i conti con le lobby nucleari, dei combustibili fossili, dei fabbricanti di armi. Le forze di “convincimento” non sono paragonabili, in termini di mobilitazione mediatica. Le lobby vere controllano tutti i media, direttamente o indirettamente. Spendono miliardi in pubblicità per condizionare i media che non possiedono. Quanta pubblicità ambientalista trovate? Tutt’al più quella del greenwashing delle società che vendono energia, in gran parte non rinnovabile. La strategia comunicativa del “e allora loro?” funziona.
5 – Non ci sono partiti che mettono l’ambientalismo come punto importante del loro programma. Magari fanno leggi per proteggere gli animali d’affezione maltrattati, poi approvano altre leggi che liberalizzano la caccia. Per non parlare degli allevamenti intensivi.
6 – Avete mai visto ecologi (non ecologisti) nelle trasmissioni di approfondimento dove ci sono “esperti” che dibattono? Gli ambientalisti sono relegati nelle trasmissioni naturalistiche, dove si raccontano storielle edificanti. Ma dove si dibattono temi di rilevanza politica non ci sono mai. Come se l’ambiente e la politica non avessero alcun rapporto.
7 – Quanto ambiente c’è nei programmi di formazione scolastica, e quanto nei programmi di informazione? Quanti hanno contezza che l’acqua che esce dal loro rubinetto di casa viene dall’Atlantico? O che sono i batteri, i virus, le diatomee e i copepodi a far funzionare il 90% dello spazio abitato dalla vita? Come possiamo pensare di convincere persone che ignorano le cose più elementari che, non essendo nei programmi scolastici, non sono considerate “cultura”?
8 – Come mai abbiamo mappato con estremo dettaglio la Luna e Marte e sappiamo pochissimo degli oceani? Quale è il nostro impatto su questi corpi celesti, e che impatto hanno loro sul nostro benessere, rispetto a quello che avviene sul nostro pianeta, dove la nostra vita dipende da biodiversità ed ecosistemi ancora in gran parte sconosciuti?
Potrei andare avanti a lungo. Chi trae vantaggio dal corrente stato di cose non vuole che cambi e usa le enormi ricchezze che ha guadagnato, e guadagna, anche per fare in modo di convincere chi vota a non dare consensi a posizioni a favore dell’ambiente che, dal canto loro, non si possono valere di altrettanta potenza comunicativa. Ursula Von Der Leyen lancia il green deal, ma poi ci ripensa: riarmiamo l’Europa. Chi le avrà fatto cambiare idea? Chi ha fatto cadere Conte quando è tornato con il Pnrr, in parte da dedicare alla transizione ecologica? Questo lo sappiamo: Renzi. E dove andava Renzi in quegli anni? In Arabia Saudita, a fare conferenze a 80.000 euro l’anno. Cosa vende l’Arabia Saudita? Petrolio. Cosa vuole eliminare il green deal? La notra dipendenza dal fossile, dal petrolio! Unire i puntini: che cosa apparirà?
Stiamo giocando una partita senza regole e arbitro, dove non vince chi ha migliori argomenti ma chi ha più risorse per far valere i propri, anche se sono contro la logica e l’evidenza. Soluzioni? Sarei un mitomane se pensassi di averle, bell’e pronte. Nel mio piccolo cerco di spiegare a chi vuole ascoltare, come il prete che, in chiesa, si lamenta con i presenti che ci siano così poche persone in chiesa…