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Dal governo l’ennesimo regalo alla lobby dei cacciatori. Fermiamo questa legge!

Il governo Meloni sembra intenzionato ad andare avanti su una riforma che fa tornare il nostro Paese indietro di più di trent’anni nella tutela faunistica
Dal governo l’ennesimo regalo alla lobby dei cacciatori. Fermiamo questa legge!
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di Dante Caserta*

Se il buongiorno si vede dal mattino, che l’attuale legislatura sarebbe stata molto difficile per la fauna italiana si è capito praticamente subito. La maggioranza governativa uscita dalle elezioni di settembre 2022, già a dicembre faceva inserire nella Legge di bilancio 2023 un emendamento che, con la scusa del controllo faunistico, consentiva l’abbattimento di animali anche nelle aree protette e perfino nei parchi urbani.

Da quel momento è stato un susseguirsi di proposte di legge a tutto vantaggio della lobby dei cacciatori e di quella dei produttori di armi e cartucce. Si è persino cercato di indebolire gli strumenti di tutela giudiziaria che hanno finora consentito alle associazioni ambientaliste di difendere gli animali selvatici nelle aule dei Tar di tutta Italia contro i calendari venatori approvati dalle Regioni in violazione della normativa italiana ed europea.

Nel frattempo, in Europa, il governo Meloni si è distinto per le sue battaglie contro qualsiasi provvedimento favorevole all’ambiente e in particolare alla fauna: l’Italia si è così opposta all’approvazione della Legge sul ripristino della Natura (Nature Restoration Law), mentre ha sostenuto il declassamento dello status di tutela del Lupo, aprendo così alla caccia di questo splendido animale.

Ma tutto questo non è bastato alle associazioni venatorie: forti dell’appoggio incondizionato di alcuni parlamentari eletti principalmente nelle liste di Fratelli d’Italia e Lega, hanno continuato a chiedere a gran voce una riforma complessiva della legge del 1992 sulla tutela della fauna.

E la riforma è arrivata. A metà maggio il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, definito “un indiscusso amico dei cacciatori” dal Presidente di Federcaccia Massimo Buconi, ha annunciato alla Fiera “Caccia Village” un disegno di legge del governo da far passare prima in Consiglio dei ministri e poi in Parlamento per una rapida approvazione entro agosto, giusto in tempo per la nuova stagione della caccia che si apre a settembre.

Dopo pochi giorni, nonostante le smentite, iniziano a circolare, su carta intestata del ministero, come attestato dal Fatto Quotidiano, le bozze del ddl: un groviglio di disposizioni in contrasto con le direttive europee, con la Costituzione che, nel rinnovato articolo 9 dovrebbe fare dell’Italia un Paese che tutela la biodiversità (di cui la fauna è una componente fondamentale) e con il sentimento degli italiani che da decenni si dichiarano in larghissima maggioranza contrari alla caccia.

Si va dall’ampliamento delle zone di caccia anche nelle aree demaniali come spiagge e foreste alla riduzione di parchi e riserve naturali, dalla caccia consentita dopo il tramonto all’aumento delle specie cacciabili senza nessun avallo scientifico, dall’autorizzazione dei richiami vivi (uccelli catturati per essere tenuti in gabbia come trappole acustiche per i loro simili) a pesanti sanzioni, non per i bracconieri, ma per chi prova a protestare durante gli abbattimenti.

Il governo Meloni, incurante del ridicolo e dell’indignazione di tantissimi che da giorni sui social, sulla stampa e in televisione mostrano il proprio disgusto per questa iniziativa legislativa, sembra intenzionato ad andare avanti su una riforma che fa tornare il nostro Paese indietro di più di trent’anni nella tutela faunistica. Una totale deregolamentazione venatoria che regala un patrimonio di tutti ad una ristretta minoranza.

È il momento di far sentire la nostra voce per fermare tutto questo, iniziando a sottoscrivere la petizione on-line lanciata dal WWF Italia.

* Responsabile Affari Legali e Istituzionali WWF Italia

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