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Declassamento del lupo, la destra accelera per aprire la caccia: l’8 maggio il voto in Europa. Tutte le tappe

Da specie rigorosamente protetta a specie protetta (e dunque cacciabile): la destra in Italia e in Europa sta per raggiungere il proprio obiettivo
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Il centrodestra italiano anticipa tutti e apre la strada alla caccia al lupo. Ieri la commissione Politiche dell’Ue ha dato il via libera al parere della relatrice Alessia Ambrosi, di Fratelli d’Italia, per abbassare lo status di protezione del lupo. Gli unici voti contrari quelli di Pd – un po’ a sorpresa – e del Movimento 5 stelle. Si tratta di un’indicazione “preparatoria”, che accelera la partita – giocata in prima linea proprio da Lega e FdI – in Europa. È stato infatti calendarizzato il voto per far passare il lupo da specie strettamente protetta a specie protetta (vale a dire, al pari di tutta la fauna selvatica omeoterma, cacciabile). L’8 maggio, dunque, il Parlamento europeo si riunirà in plenaria a Strasburgo nell’atto comunitario conclusivo dell’iter iniziato alla fine del 2023. Il risultato appare scontato.

Come detto, il centrodestra nostrano si è portato avanti. Non solo col parere di ieri, ma anche col disegno di legge Montagna voluto dal ministro Roberto Calderoli, che pur in assenza di una specifica legislazione in merito – al momento la legge 157/92 vieta di abbattere i lupi – ha messo nero su bianco la possibilità, per le Regioni, di definire il numero di capi da uccidere ogni anno. Un’iniziativa che le associazioni animaliste e ambientaliste hanno definito “propagandistica e fuorviante”.

Nel 2023 era stata la Commissione europea ad avviare la procedura per il declassamento. Una Commissione Ue, a guida Ursula von der Leyen, che già in quel momento storico avvertiva il cambio di rotta di buona parte dell’elettorato europeo, ed è finita per subire – e accogliere – le pressioni di agricoltori e mondo venatorio. A inizio dicembre è stata la volta della Convenzione di Berna, organo del Consiglio d’Europa che riunisce 50 Paesi, a dire sì. Ora il passaggio conclusivo, con la modifica della direttiva Habitat. A quel punto, ciascuno Stato membro dovrà recepire le modifiche e cambiare la propria legislazione (per quanto ci riguarda, la già citata legge 157/92). Ora il M5s chiede di portare il parere di Fratelli d’Italia in Aula: “Non possiamo restare fermi di fronte al preoccupante declassamento sulla tutela del lupo” hanno scritto Sergio Costa, Alessandro Caramiello, Carmen Di Lauro, Ilaria Fontana e Gisella Naturale. Nel frattempo il portavoce della Commissione Ue per l’Ambiente, Maciej Berestecki, ha suggerito, anche dopo il voto dell’8 maggio, di mantenere il grade carnivoro “in uno stato di conservazione favorevole. L’abbassamento dello stato di protezione del lupo non libererà gli Stati membri dall’obbligo di proteggere e preservare lo stato di conservazione favorevole del lupo”.

“Consentire la caccia ai lupi, oltre che essere un atto violento e intollerabile, non ha alcun fondamento scientifico sia per ridurre le predazioni sugli animali allevati sia per aumentare l’accettazione sociale e diminuire il bracconaggio di questi predatori – ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici della Lav – si tratta solo di un approccio ideologico voluto dalle lobby dei cacciatori e degli allevatori, sostenuti da politici che hanno l’unico interesse di raccogliere consenso elettorale”. Per Dante Caserta del Wwf “il cambio di rotta è stato determinato sulla base di considerazioni eminentemente politiche e in netto contrasto con i dati scientifici attualmente disponibili sullo stato di conservazione del lupo in Europa. La stessa Commissione europea nell’analisi condotta nel 2023 aveva confermato che lo stato di conservazione del lupo in Europa non avrebbe giustificato un declassamento del suo regime di tutela e che l’adozione di misure di prevenzione rappresentava la soluzione più efficace sul medio e lungo termine per ridurre la perdita di bestiame causata dagli attacchi dei lupi”.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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