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Stadio, eventi, illuminazione, eliporto e panchine: ecco gli appalti del “sistema Sorrento”

Arrestato il sindaco Massimo Coppola e altri 17 indagati a vario titolo per corruzione, turbativa d’asta e riciclaggio. Almeno 11 appalti nel mirino della procura di Torre Annunziata
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C’è anche lo spacchettamento di parti del restyling del Campo Italia, tra gli appalti del sistema corruttivo che avrebbe ruotato intorno al sindaco di Sorrento Massimo Coppola, arrestato lunedì sera in flagranza di reato mentre intascava 6.000 euro di tangenti dall’imprenditore della refezione scolastica. Proprio ad aprile l’amministrazione aveva annunciato la riqualificazione dello stadio, croce e delizia della tifoseria per le sue dimensioni ridotte e la sua collocazione tra gli alberghi di lusso, con spesa prevista di 7 milioni di euro. Fischiettando sui rilievi dell’Anac che a gennaio aveva evidenziato una “evidente violazione del divieto di artificioso frazionamento” dietro ai tre affidamenti diretti ad altrettanti professionisti, per un totale complessivo di 445mila euro.

E poi ci sono gli affidamenti diretti a ‘La Fenice’ per alcuni eventi di ‘Illumino d’Inverno’, il maxi calendario di concerti e mostre natalizie, circa 85.000 euro di “proposte culturali” affidate a un’associazione culturale con sede nello studio del commercialista di Coppola, il consigliere comunale di maggioranza Vincenzo Sorrentino. È indagato per peculato insieme a Coppola e al rappresentante legale de ‘La Fenice’, Danilo Amitrano. L’allarme sulla ‘genericità’ di quelle voci economiche lo aveva lanciato la segretaria comunale Candida Morgera. Le indagini della Guardia di Finanza hanno poi consentito di appurare che il sindaco aveva utilizzato una carta dei conti de ‘La Fenice’ per una vacanza nel luglio 2024 in un resort di Paestum insieme all’amico Raffaele Guida detto ‘Lello il Sensitivo’, che secondo l’accusa era uno dei collettori delle tangenti versate dagli imprenditori sorrentini per sedere al tavolo degli appalti.

A fare i conti delle voci e dei nomi contenuti nelle 14 pagine del decreto di perquisizione, emerge una sorta di ‘sistema Sorrento’: 25 indagati a vario titolo per corruzione, induzione indebita, turbativa d’asta e riciclaggio, di cui due insieme al sindaco per peculato, 9 appalti su cui pesa il sospetto di mazzette, altri due appalti in odore di turbativa d’asta, una decina di professionisti ed imprenditori che avrebbero allargato i cordoni della borsa per adeguarsi e lavorare senza problemi. Coppola e Sorrentino sono i due politici indagati per corruzione.

Poi c’è una sfilza di dirigenti e funzionari pubblici del Comune di Sorrento coinvolti a vario titolo a seconda del ruolo: rup, commissario di gara, firmatario di determine. Sono indagati per corruzione il dirigente del settore Cultura Donato Sarno, l’ingegnere comunale Graziano Maresca, il dirigente Utc Filippo Di Martino, la dottoressa Martina Malvone, la dottoressa Maria Grazia Caiazzo, l’ingegnere Luigi Desiderio, gli imprenditori Mario Parlato, due persone di nome Aniello Vanacore, Luigi Todisco, Raffaele Guarino, Alessandro Di Domenico.

La presunta corruzione si sarebbe consumata intorno agli appalti per la promozione del Brand Sorrento, sul progetto per “servizi demografici” e “attività di comunicazione risorsa mare”, per la fornitura di panchine smart, per i lavori di adeguamento tecnologico del Cinema Teatro Tasso, per il conferimento dell’incarico di progettazione-studio di fattibilità percorso pedonale costiero retrostante agli stabilimenti di Marina Piccola-Spiaggia S. Francesco, per la procedura aperta per l’appalto dei lavori di riqualificazione dell’area del complesso eliportuale “Le Tore” (sui quali il responsabile Wwf Claudio d’Esposito pochi mesi fa aveva presentato un esposto contro il disboscamento in atto), per i lavori di recupero funzionale ed eliminazione del degrado sociale per l’edificio adiacente Centro Anziani, per il nuovo impianto di illuminazione pubblica in via dei Aranci, per i servizi di manutenzione ordinaria dell’impianto di illuminazione sorrentino.

Nel decreto vistato dal procuratore di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso, il pm Giuliano Schioppi – titolare delle indagini insieme al pm Matteo De Micheli – scrive che “è emerso come, dietro le illegittimità caratterizzanti le procedure indette, ovvero le contiguità soggettive continue tra i vari partecipanti alle gare, si celi un meccanismo illecito di frodi che vede proprio Coppola come destinatario di utilità e denaro grazie all’apporto di Guida e dei dipendenti pubblici sopra indicati, rivestenti, di volta in volta, le qualità di Dirigente, ovvero Rup, ovvero, ancora, membro delle commissioni aggiudicatrici, e, dall’altra, degli imprenditori aderenti al patto corruttivo ovvero partecipanti alle condotte di inquinamento delle procedure in corso”. Di qui le perquisizioni eseguite nella notte di lunedì, mentre Coppola veniva portato in carcere insieme al suo collaboratore di staff Francesco Di Maio per la mazzetta intascata al ristorante ‘L’Antico Frantoio’ dall’imprenditore della refezione scolastica.

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