“Stava intascando una mazzetta”, arrestato il sindaco di Sorrento. Trovati 167mila euro nel biliardo del fiduciario: Lello il sensitivo

Lo hanno sorpreso in flagranza di reato nella serata di ieri, a cena al ristorante L’Antico Frantoio, mentre intascava una tangente di 6.000 euro da un imprenditore operante nel mondo della scuola, titolare degli appalti di refezione scolastica. È stato così arrestato il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, ex enfant prodige della politica locale, eletto nel 2020 in una coalizione che spaziava dal centrodestra al Pd (poi uscito dalla maggioranza), e pronto a ricandidarsi l’anno prossimo. E con il suo arresto si scoperchia il ‘sistema Sorrento’: perquisizioni a tappeto tra dipendenti comunali, collaboratori del primo cittadino, imprenditori titolari di altri appalti, con accuse di corruzione, peculato, turbativa d’asta.
Operazione del gruppo Guardia di Finanza di Torre Annunziata e della compagnia di Massa Lubrense agli ordini del colonnello Gennaro Pino e del comandante Francesco Tartaglione, con il coordinamento della Procura di Torre Annunziata guidata da Nunzio Fragliasso, la mazzetta di ieri è stata scoperta nell’ambito di un’indagine già aperta dal pm Giuliano Schioppi.
L’imprenditore è quello vincitore degli appalti di refezione scolastica del triennio 2023-2026 per una base d’asta di 4 milioni e mezzo di euro. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, quei 6.000 euro erano parte di un mazzettone concordato a monte, di circa 120mila euro. La ‘trappola’ è scattata durante una cena in un ristorante della frazione alta di Sorrento. Al sindaco hanno ritrovato addosso 4.500 euro, altri 1.500 euro li hanno ritrovati nelle tasche di Francesco Di Maio, collaboratore di staff del primo cittadino ed ex direttore e ‘patron’ di un diffuso settimanale locale, Agorà. Di quei 120mila euro pattuiti, l’imprenditore ne aveva già sganciati nel corso del tempo circa 66.000. Ed altri 50.000 li aveva già consegnati, sempre secondo l’accusa, per un altro appalto relativo agli asili nido.
Coppola e Di Maio sono ora in carcere. In casa del sindaco hanno ritrovato 34.000 euro in contanti. Nei suoi confronti c’è un’accusa di induzione indebita, il 319 quater. Perquisiti 22 tra dipendenti comunali, collaboratori del sindaco e altri imprenditori aggiudicatari di appalti. Ritrovati in totale 285.000 euro in contanti tra cui 167.000 euro occultati in un incavo di un tavolo da biliardo della casa di Raffaele Guida, abitante a S. Maria a Vico, fiduciario e referente del Sindaco nei rapporti con gli imprenditori. La scoperta è stata resa possibile dal fiuto del cane Gringo, ‘cash dog’ appositamente addestrato per scovare le tangenti nascoste. Guida nel 2022 fu nominato ufficialmente nello staff del sindaco, ma la nomina ‘saltò’ dopo che il Fatto Quotidiano ne aveva rivelato i trascorsi nelle tv locali come “Lello il sensitivo”, mago e cartomante. Il 28 dicembre scorso il sindaco lo aveva incontrato a Santa Maria a Vico e subito dopo era stato controllato dalla Guardia di Finanza in possesso di 15mila euro in contanti. Erano nascosti in un panettone: soldi riconducibili – si legge nel comunicato diffuso dalla Procura – “a dazioni indebite di denaro effettuate in favore del sindaco, per il tramite del Guida, da imprenditori aggiudicatari di appalti conferiti dal Comune di Sorrento”. La somma era stata sequestrata e poi riottenuta dal primo cittadino grazie ad un ricorso al Riesame.
Coppola, 48 anni, avvocato, è un esponente di lungo corso della politica locale. In giunta a Sorrento già nel 2014, assessore con delega alle Politiche Giovanili, nel 2015 fu il consigliere comunale più votato. Nel 2019 uscì dalla giunta e dalla maggioranza per ricollocarsi in vista delle elezioni amministrative, poi vinte al ballottaggio contro Mario Gargiulo, oggi presidente della Fondazione Sorrento con il placet dell’attuale primo cittadino.
A marzo il deputato Avs Francesco Borrelli aveva presentato un’interrogazione parlamentare su Sorrento e su una ipotesi di indebiti condizionamenti e pressioni esterne sull’amministrazione locale, che non si era costituita parte civile in un processo che vede parte lesa l’ex vice comandante dei vigili urbani, e imputato per diffamazione un attivista locale, con precedenti penali, che aveva condotto una campagna di striscioni pubblici contro il suo operato.