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Grazie alle rinnovabili le emissioni di Co2 in Cina calano nonostante la crescita economica

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Nei primi tre mesi del 2025, la Cina è riuscita a ridurre le sue emissioni di Co2 dell’1,6%, nonostante un consumo energetico cresciuto del 2,5%. A rilevarlo è un’analisi del Centre for Research on Energy and Clean Air (Crea) che sottolinea il ruolo svolto dagli investimenti in fonti rinnovabili nel raggiungere questo risultato, considerato “una pietra miliare” nel processo di transizione.

Nei 12 mesi da marzo 2024 a marzo 2025 il calo dell’anidride carbonica è stato dell’1%. Le emissioni in Cina sono già calate in passato ma solo per la frenata della domanda come durante la crisi Covid. L’aumento della capacità di impianti eolici, solari e nucleari ha consentito ora di contenere la quantità di Co2 anche in condizioni di espansione dell’attività economica.

La Cina è, di gran lunga, il paese che emette più Co2 al mondo, oltre 12 miliardi di tonnellate l’anno. Ma è considerata la “manifattura del mondo” e, soprattutto, conta oltre un miliardo di abitanti. Se si guarda alle emissioni pro capite, a guidare la classifica sono paesi come Arabia Saudita, Stati Uniti, Russia e Canada. Il dato statunitense è, ad esempio, di oltre 14 tonnellate per abitante mentre quello cinese si ferma a 8,8 tonnellate (5,4 il dato italiano).

Da tempo il governo cinese ha incluso nelle sue pianificazioni industriali lo sviluppo delle energie rinnovabili e delle tecnologie per produrle. Nel 2024 Pechino ha investito in questo settore oltre 400 miliardi di dollari, il doppio rispetto all’Unione europea e agli Stati Uniti.

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