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Caso Uss, per il Csm Nordio è stato non coerente: “Poteva impugnare l’atto, ha solo avviato l’azione disciplinare”

Lo scrive il Csm nelle motivazioni della sentenza con cui sono stati assolti i tre componenti del collegio che ha scarcerato il figlio dell’oligarca russo, poi evaso
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Era stato lo stesso ministro della Giustizia, nel 2023, ad avviare un’azione disciplinare contro i giudici che scarcerarono, disponendo gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, Artem Uss, il figlio dell’oligarca russo, poi evaso. E oggi è lo stesso Consiglio superiore della magistratura a definire non coerente il comportamento proprio del ministro Carlo Nordio. Poteva chiedere l’aggravamento della misura cautelare o impugnare la decisione, invece, si è limitato ad avviare un procedimento disciplinare contro i magistrati. Così scrive il Csm nelle motivazioni della sentenza con cui sono stati assolti, escludendo qualsiasi addebito, i tre componenti del collegio: “Stride con la coerenza del sistema il dato per cui” il ministro della Giustizia, invece di chiedere” l’aggravamento della misura cautelare” o impugnare “per abnormità” il provvedimento con cui la Corte d’Appello di Milano nel novembre 2022 aveva scarcerato Artem Uss, ha agito “in via disciplinare” nei confronti dei giudici “sulla base della relazione dell’Ispettorato Generale“.

Nelle 71 pagine il Csm affronta il mancato intervento del ministero nell’immediatezza della concessione dei domiciliari, spiegando che tale scelta, comunque, non è indicativa di una condivisione del parere della Corte d’Appello. Tuttavia il non aver chiesto un aggravamento della misura e il non aver impugnato il provvedimento, ricorrendo invece all’azione disciplinare, per il Csm è un comportamento che “stride” con il sistema giudiziario. A ciò si aggiunge una certa “perplessità sempre, beninteso, nell’ambito della cornice tecnica qui avallata” per la “risposta che l’ufficio ministeriale competente ha reso agli Stati Uniti a fronte della richiesta” dopo la sua scarcerazione, “di prendere ogni possibile misura” per ripristinare il carcere per Uss, in attesa degli esiti “del procedimento estradizionale”. Una lettera, datata 6 dicembre 2022, che presentava la decisione dei giudici milanesi “inattaccabile” e “la più idonea a bilanciare il pericolo di fuga con la libertà di un cittadino extracomunitario.

Uss, sospettato di spionaggio, era stato arrestato il 17 ottobre 2022 all’aeroporto di Malpensa, su mandato degli Usa per associazione a delinquere, truffa e riciclaggio perché pendeva una richiesta di estradizione da Washington. In un primo momento, nei suoi confronti era stata disposta la custodia cautelare nel carcere di Busto Arsizio, motivata con il pericolo di fuga. Il 25 novembre, però, la V sezione penale della Corte milanese, che avevano dato il via libera all’estradizione, gli aveva concesso i domiciliari in una sua abitazione a Basiglio (alle porte del capoluogo lombardo), sostenendo che la misura fosse “idonea a garantire l’eventuale consegna all’autorità estera procedente”. Invece da lì Uss era fuggito il 22 marzo, rompendo il braccialetto di sorveglianza.

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