Due giorni fa la Corte d’Appello di Milano aveva dato il via libera alla sua estradizione negli Stati Uniti. Ma Artem Uss, l’imprenditore russo e figlio del governatore di una regione siberiana bloccato il 17 ottobre a Malpensa, è evaso dai domiciliari dopo aver rotto il braccialetto elettronico. Da quanto si è appreso, l’uomo, in attesa di impugnare il provvedimento dei giudici, è scomparso dalla abitazione nel Milanese dove era agli arresti domiciliari nel pomeriggio del 22 marzo. Era stato fermato nello scalo lombardo su mandato d’arresto internazionale dell’autorità giudiziaria di New York, e i giudici della Corte d’Appello, nel dare il via libera all’estradizione, hanno riconosciuto le accuse contestate di contrabbando di petrolio dal Venezuela verso Cina e Russia con elusione delle sanzioni e di frode bancaria, ma non quelle di contrabbando di tecnologie militari dagli Usa verso la Russia né quella di riciclaggio. La Procura generale milanese aveva dato parere favorevole all’estradizione chiesta dagli Usa per tutte le accuse contestate all’imprenditore.

Quello di Uss è un caso delicato, data la situazione geopolitica attuale, con la guerra in Ucraina in corso, come precisato nelle stesse informazioni fornite nei giorni scorsi dagli Usa. La Procura generale, rappresentata in aula da Francesca Nanni, aveva però spiegato che il quadro geopolitico non avrebbe dovuto influire sulle condizioni detentive del 40enne. Uss, difeso dai legali Vinicio Nardo e Fabio De Matteis, si è sempre dichiarato innocente e ha chiesto di essere consegnato alla Russia. Su di lui, infatti, pendeva anche una richiesta di estradizione di Mosca, arrivata in Italia a novembre, per una non meglio precisata accusa di riciclaggio.

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