Cinema

L’Oscar al miglior film 2025 sarà sicuramente un colpo di scena dopo le turbolenze su Emilia Perez

La bibbia del cinema, Variety, indica senza indugi il film Anora di Sean Baker (già Palma d'oro a Cannes) davanti a tutti

di Davide Turrini
L’Oscar al miglior film 2025 sarà sicuramente un colpo di scena dopo le turbolenze su Emilia Perez

L’Oscar al miglior film 2025 sarà sicuramente un colpo di scena. Questo dicono le previsioni più autorevoli e soprattutto i siti di scommesse. Dopo lo sprofondo rosso accaduto ad Emilia Perez di Jacques Audiard, a causa dei tweet “razzisti” della protagonista trans del film, Karla Sofia Gascon, ora a contendersi l’Oscar sono Anora, Conclave, The Brutalist e A complete unknown. Con tanto di consiglio della bibbia del cinema, Variety, che indica senza indugi il film di Sean Baker (già Palma d’oro a Cannes) davanti a tutti. Partiamo comunque da una cosa di cui siamo certi, lontani dalla vittoria ci sono: Nichel Boys, I’m stille here (concorre peraltro tra i cinque migliori film internazionali), Dune: parte seconda, The substance e Wicked.

A questi cinque va inevitabilmente aggiunto proprio Emilia Perez (anch’esso in concorso tra i film internazionali) che fino al fatidico ko indotto dai pensierini scorretti social della Gascon godeva dei favori del pronostico che nemmeno fosse Via col vento. Il musical noir di Audiard targato Netflix era partito con il vento in poppa fin da Cannes anche per le quattro attrici (Gascon, Zoe Saldana, Selena Gomez e Adriana Paz). Poi, appunto, l’incidente diplomatico per un’Academy che ha fatto dell’inclusione di minoranze e di genere una missione politica ben oltre il valore cinematografico di un’opera. A quel punto caduto il fortino francese ecco le statistiche che spesso non sbagliano.

Come sostiene Variety, Conclave di Edward Berger vincendo ai BAFTA come miglior film è diventato un autentico sfidante alla vittoria per il “presunto favorito”, Anora. Il teso e fin troppo stereotipato film sulla sfida per l’elezione papale oltre all’improvvisa urgenza contemporanea nell’evocare reali scenari da conclave cardinalizio con la malattia di Francesco, fa riemergere l’ipotesi che ad un film incentrato sulla trasformazione di un boss maschio e sanguinario del narcotraffico in donna generosa dedita alla missione di ritrovare i cadaveri dei desaparecidos se ne può sostituire un altro dove tra un cardinale africano stupratore e una manciata di candidati bianchi uno più fetente dell’altro è giunta l’ora di un papa con le ovaie.

Conclave, del resto, ha appena vinto come miglior film ai Sag Awards, mentre Anora, come scrive ancora Variety, vanta una serie di vittorie “insormontabili”: DGA, PGA, Critic Choise e WGA. Insomma la guerra per l’Oscar al miglior film 2025 sembra cosa loro. Che poi si tratta di due produzioni (Neon per Anora e Focus Features per Conclave) che non hanno vissuto le stesse gioie agli Oscar come miglior film: la Neon da indipendente l’ha centrato con Parasite nel 2019, mentre la Focus da consorella Universal ha sempre sfiorato la massima statuetta (I segreti di Brokeback mountain, Il pianista) “accontentandosi” di 35 Oscar in categorie minori.

E The Brutalist di Brady Corbet? Il visionario gioiello targato A24 sembra essere scivolato a metà classifica, seguendo parallelamente quell’Emilia Perez del quale era il principale competitor fino ai tweet della Gascon. Non si capisce infatti come una casa di produzione indipendente ma estremamente scafata come A24, capace di portare a sorprendenti Oscar film come Moonlight e Everything everywhere all at once, non sia riuscita a portare fino in fondo la campagna di promozione di un film atipico come da loro tradizione. Probabile che The Brutalist nelle sue quasi tre ore e mezza di durata sia stato, a livello materiale di difficile visione per i membri più pigri e anziani dell’Academy. A chiudere la decina di nominati c’è il film di James Mangold su Bob Dylan, A complete unknown. Certo Searchlight Pictures (casa Disney) che produce non deve più togliersi alcuna soddisfazione nella casella della massima vittoria (negli ultimi 15 anni ben cinque con 12 anni schiavo, The millionaire, La forma dell’acqua, Birdman e Nomadland), ma la mancata presenza nell’ultimo mese tra tutti i premi assegnati tra Hollywood e Gran Bretagna, certifica che anche con le migliori intenzioni storico iconiche (Dylan) il film di Mangold rischia di tornare a casa con zero Oscar.

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