Dopo mesi di impasse e numerosi appelli dello stesso presidente della Repubblica, è stata trovata la quadra per eleggere i quattro giudici mancanti della Corte costituzionale. Ci sono volute ben 19 fumate nere, ma alla fine maggioranza e opposizione hanno trovato un accordo. A dare l’approvazione definitiva è stata l’Aula della Camera, dove il Parlamento si è riunito in seduta comune. A senatori e deputati, l’indicazione sui nomi da votare è arrivata poco prima di entrare a Montecitorio, con un sms sui telefonini.
I quattro nomi – Dopo le ultime trattative, concluse in mattinata, la quadra tra i partiti è stata trovata attorno a questi nomi: in quota Fdi Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Meloni a Palazzo Chigi, costituzionalista e consulente nella redazione della riforma sul premierato; Massimo Luciani, professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico a “La Sapienza” e sostenuto dal Pd; Maria Alessandra Sandulli, professoressa ordinaria di diritto amministrativo all’Università di Roma Tre e considerata il nome tecnico sul quale sono state superate le perplessità di Forza Italia. A novembre 2014 era stato Matteo Renzi a proporla come giudice per la Consulta in quota azzurra senza spuntarla: a far discutere, allora, fu la sua decisione di appoggiare nel 2005 l’appello “Salviamo la Costituzione” contro la riforma della giustizia del Cavaliere. Il partito di Antonio Tajani ha quindi espresso il nome di Roberto Cassinelli, avvocato 69enne genovese, già deputato e senatore azzurro con Silvio Berlusconi in quota Forza Italia.Nel 2022 comparve, a sorpresa, come uno dei nomi votati per l’elezione al Quirinale. Con questa scelta, ha rivendicato il capogruppo azzurro Maurizio Gasparri, “abbiamo depistato tutti, nessuna ha indovinato. È un giurista, ha i requisiti, era uno dei nomi in valutazione. Ho sempre detto che alla fine Forza Italia avrebbe espresso un nome”. I nuovi giudici sono stati eletti tutti con almeno 500 voti: a Luciani sono andate 505 preferenze, a Cassinelli 503, a Sandulli 502 e a Marini 500 tonde. Hanno ottenuto poi 5 voti Pierantonio Zanettin e 4 Francesco Paolo Sisto, con 6 dispersi, 10 schede bianche e 4 nulle.
L’accordo tra i partiti e il nodo Rai – L’intesa tra i partiti, per l’elezione che richiede la maggioranza dei 3\5 dei parlamentari, è arrivata dopo 14 votazioni per un giudice e 5 per gli altri tre concluse con un nulla di fatto. La vigilia era stata segnata da confronti fra i leader del centrodestra e contatti fitti fra maggioranza e opposizione, con Giorgia Meloni che, secondo le indiscrezioni, avrebbe parlato direttamente con la leader dem Elly Schlein e quello del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. La premier ha diffuso una nota per esprimere “soddisfazione per l’ampio accordo raggiunto tra le forze parlamentari, che ha consentito la contestuale elezione dei quattro componenti e la ricostituzione del plenum della Consulta”. “Abbiamo trovato un accordo, siamo finalmente giunti a una soluzione. Alla fine noi avevamo le idee più chiare delle forze di maggioranza che sono arrivate all’ultimo”, ha invece commentato Conte, leader dei 5 stelle. “Bene il voto di oggi sulla Corte Costituzionale, facciamo i migliori auguri di buon lavoro ai nuovi giudici che sono stati eletti. L’accordo ha tenuto con grande compattezza sia delle opposizioni che della maggioranza. Quindi molto bene, c’è molta soddisfazione”, ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein. La stasi si era creata già quando alla Consulta c’era ancora un solo membro da sostituire (Silvana Sciarra), ma il trascinarsi del muro contro muro ha finito per far lievitare il numero a quattro con l’addio a dicembre di altri tre giudici. L’accordo raggiunto dopo mesi di stallo, potrebbe far sperare anche sul fronte della commissione di Vigilanza Rai dove il dialogo è altrettanto bloccato. “Me lo auguro”, ha detto la presidente Barbara Floridia. Anche in questo contesto “è necessario che i leader si confrontino anche perché per eleggere il presidente il quorum richiede un’intesa”.