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Nessun accordo sull’elezione dei giudici della Consulta: sconvocata la seduta del Parlamento

Manca l'accordo tra maggioranza e opposizione e il voto, previsto giovedì, slitta di un'altra settimana dopo oltre dieci tentativi andati a vuoto
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Fumata nera e altro rinvio. È stata sconvocata la seduta comune di Camera e Senato prevista giovedì per l’elezione di 4 giudici della Corte Costituzionale. I parlamentari sono riconvocati il 30 gennaio. Altri sette giorni di tempo, quindi, per trovare un accordo sui nomi che dovranno andare a completare la Consulta, in attesa da mesi di una soluzione per ricostituire il plenum e superare l’attuale situazione che la vede composta da 11 membri, il numero legale minimo.

Nella partita che si gioca da mesi resterebbe da sciogliere il nodo del quarto nome, quello del tecnico condiviso da maggioranza e opposizione e che, nel caso gli altri tre candidati siano uomini, dovrebbe essere di una donna. “Aspettiamo che la sinistra trovi un accordo e ci faccia delle proposte per il candidato che dovrebbe essere al di sopra delle parti”, ha detto il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani. La vicenda è oggi stata anche tra i punti del faccia a faccia tra la segretaria del Pd Elly Schlein e i leader di Avs Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.

Sono stati più di dieci finora i tentativi di arrivare in Aula con una condivisione che permettesse di chiudere la vicenda. Si era iniziato con un solo membro da sostituire (Silvana Sciarra) ma il trascinarsi del muro contro muro ha finito per far lievitare il numero a quattro con l’addio a dicembre di altri tre giudici. L’elezione si è rivelata complicata perché per eleggere i giudici costituzionali servono i due terzi dei parlamentari nelle prime tre votazioni, i tre quinti dalla quarta in poi. Soglie che presuppongono il raggiungimento di un’intesa larga. Che al momento continua a mancare sul profilo “indipendente” e condiviso da maggioranza e opposizione.

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