L’ordine esecutivo di Trump per le sanzioni contro la Corte penale internazionale? Una inutile e gratuita cafonata, una chiara manifestazione di arroganza da parte di chi non si è limitato, come alcuni presidenti precedenti, a mantenere la linea di non ratificare lo Statuto di Roma, ma addirittura lo attacca in maniera volgare e prepotente“. Così ai microfoni di Effetto giorno, su Radio 24, Edoardo Greppi, professore emerito di Diritto Internazionale all’Università di Torino, commenta l’ultima trovata del presidente Usa Donald Trump, che ha firmato un ordine esecutivo per imporre sanzioni alla Corte penale internazionale per “provvedimenti illegittimi e infondati” contro gli Stati Uniti e Israele. L’attacco del tycoon nei confronti della Corte dell’Aja è stato duramente rigettato da 79 paesi dell’Onu in una dichiarazione che non è stata sottoscritta dal governo Meloni.

Il docente, uno dei più autorevoli esperti italiani di Diritto Internazionale, spiega: “Non essendo gli Usa uno Stato parte, è anche un po’ difficile trovare una forma di legittimazione per azioni di questo tipo. Trump già nella sua presidenza precedente aveva preso dei provvedimenti di natura sanzionatoria contro l’allora procuratore, Fatou Bensouda, una giurista gambiana. Insomma, sono cose abbastanza destinate a non lasciare il segno.”.

Sferzante è anche il commento sul ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha annunciato la possibilità di indagare la Corte penale internazionale: “Questa affermazione, che a mio modo di vedere è gravissima, si sposa con quella di alcuni giorni fa in cui Tajani ha detto che ‘non è che chi l’Aja e la bocca della verità perché si possono avere anche visioni diverse’. No, signor Ministro, ci sono degli obblighi giuridici per uno Stato firmatario che ha ratificato lo Statuto della Corte Penale Internazionale – continua – come pure ha degli obblighi morali e reputazionali. Questo non è un trattato qualunque, ma è lo Statuto di Roma. E il controllore c’è: è l’Assemblea degli Stati Parti, un organo previsto dallo Statuto di Roma che può riunirsi per verificare le situazioni nelle quali gli Stati sono stati inadempienti, non la Corte. La Corte fa il suo mestiere“.

Ultima osservazione di Greppi sull’informativa di Nordio: “È un ex magistrato, dovrebbe sapere che il fatto che nel caso di specie la Camera Preliminare della Corte avesse due giudici a favore e uno contrario non significa che il provvedimento non sia valido. Trovo surreale che abbia dichiarato in Parlamento che uno degli ostacoli all’attuazione del deliberato della Corte fosse il fatto che c’era un mandato di arresto in 46 pagine scritte in inglese. Ci copriamo di ridicolo davanti al mondo“.

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