In centinaia in piazza ad Abbiategrasso per gridare con forza No alle mafie. In tanti tra cittadini, associazioni e rappresentanti delle istituzioni hanno voluto essere presenti alla manifestazione. Un corteo per le vie del Comune, poco più di 30 mila abitanti alle porte di Milano, finito al centro delle cronache nazionali nell’ottobre scorso per gli 11 arresti e i 153 indagati nell’ambito dell‘inchiesta Hydra della Procura di Milano: i pm del capoluogo ipotizzano un nuovo sistema mafioso lombardo composto da Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra. Un’indagine fortemente ridimensionata dal gip (che ha rigettato gran parte degli arresti chiesti dalla procura) e che ha portato a uno scontro interno tra Tribunale e procura. Al centro della “santa alleanza” c’è la figura Paolo Errante Parrino, 76enne nato a Castelvetrano, ritenuto dagli inquirenti l’uomo in più del nuovo sistema mafioso lombardo con il ruolo di contatto, almeno fino al suo arresto, con il boss di Cosa nostra Matteo Messina Denaro.

Il bar Las Vegas di Abbiategrasso, intestato alla figlia di Errante Parrino, è uno dei luoghi preferiti per la gestione degli affari, secondo quanto ricostruito dai pm. E proprio davanti a quel locale è passata la marcia antimafia organizzata da numerose associazioni e organizzazioni locali, fra cui Libera, Carovana antimafia dell’Ovest Milano, Avviso Pubblico, Anpi, Caritas Ambrosiana, Acli, Società San Vincenzo de’ Paoli, Confcommercio, Cgil, Uil, Legambiente. Sulla saracinesca abbassata un foglio con scritto: “Chiuso per restauro“. In realtà, come anticipato da ilfattoquotidiano.it, da oggi il bar è chiuso per una interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Milano. Un atto amministrativo che decreta quello che il Tribunale di Milano ha bocciato: la mafiosità di Parrino e il rischio per questo di infiltrazioni mafiose all’interno del bar Las Vegas.

Tra le centinaia di persone scese in piazza ad Abbiategrasso anche tante fasce tricolore, in rappresentanza di numerosi comuni lombardi. Tra questi c’era anche il sindaco di Abbiategrasso, Cesare Nai. Lo stesso primo cittadino risulta intercettato nell’inchiesta mentre parla al telefono con Errante e lo incontra al suo bar: qui il trojan registra delle minacce del 76enne originario di Castelvetrano destinate a un dirigente del Comune. “Oggi sono andato a chiedere a Nai di darmi un motivo per stare al suo fianco in quella piazza e fondamentalmente non me lo ha dato. Non ha chiesto scusa ai suoi cittadini per avere sottovalutato quelle minacce”, dice a ilfattoquotidiano.it David Gentili, ex presidente della Commissione antimafia del Comune di Milano e oggi componente del Comitato Antimafia presieduto da Nando dalla Chiesa. Gentili ha anche chiesto al sindaco di ritirare la querela alla freelance Sara Manisera che aveva parlato dei clan negli appalti e nel cemento durante un evento con Gratteri e Nicaso: “Mi ha risposto che la querela è stata archiviata e loro non hanno fatto ricorso“, sottolinea Gentili.

La manifestazione antimafia si è conclusa con gli interventi di alcuni rappresentati delle associazioni organizzatrici. “Di certo questa è una svolta per Abbiategrasso, penso che nulla sarà come prima”, commenta Gentili. “Adesso bisogna fare tesoro e capire come agire nel contrasto agli interessi criminali-mafiosi in quella città. Un problema – conclude – che in questi ultimi anni è stato troppo sottovalutato“.

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