Insulti per essere stati rimproverati, poi l’aggressione con un sasso che ha mancato la testa di pochi centimetri. È stata una professoressa di una scuola secondaria di primo grado di Parma a denunciare i fatti avvenuti il 9 febbraio scorso. La docente ha presentato una denuncia informando anche la scuola. Secondo quanto ricostruito dalla professoressa i due studenti l’hanno insultata in aula, poi l’hanno seguita fuori con un gruppetto. I ragazzi coinvolti hanno meno di 14 anni e, a quanto riferito dall’insegnante, sarebbero ben consapevoli di non essere imputabili. Su suggerimento del sindacato Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza la professoressa ha formalizzato all’amministrazione scolastica la richiesta di essere patrocinata dall’Avvocatura dello Stato, non solo per i profili penali ma anche per la responsabilità civile a carico dei genitori.

“Speriamo che l’Ufficio scolastico regionale non faccia come negli altri casi visti sul territorio e si muova per perseguire i genitori – commenta Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda di Parma e Piacenza – Abbiamo trovato un disallineamento nelle ultime settimane tra le indicazioni che il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara dà e a ciò che succede sul territorio. Il ministro più volte ha invitato le amministrazioni scolastiche a sostenere i docenti, anche dal punto di vista legale”. Il ministro, dopo l’accoltellamento di una docente a Varese, aveva dichiarato che i genitori devono farsi carico delle condotte dei figli.

Lo stesso ministro è intervenuto sui suoi profili social per commentare quanto avvenuto a Parma e Casarano (Bari), dove due 15enni sono stati aggrediti fuori dalla scuola: “Bisogna fermare questa cultura della aggressività e della violenza. Senza l’affermazione forte del principio di responsabilità, del rispetto delle regole e della autorità rischiamo di scivolare verso la disgregazione della nostra società civile – le parole di Valditara – Dobbiamo approvare rapidamente il disegno di legge sulla condotta: chi sbaglia deve essere sanzionato, essere messo di fronte alle proprie responsabilità. Basta giustificare e tollerare bulli e violenti. Poi occorre un grande patto tra le famiglie e la scuola, per una rivoluzione culturale in cui i genitori siano solidali con i docenti, e mai antagonisti, sapendo anche dire dei no ai propri figli. Questo per il bene dei giovani e della collettività”.

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