Un barchino con una cinquantina di migranti è stato intercettato nel Mediterraneo centrale dalla sedicente Guardia costiera libica. Dopo il trasbordo delle persone l’imbarcazione è stata incendiata e i naufraghi riportati indietro. Lo denuncia Medici senza frontiere, postando la foto e il video di una barca in fiamme da cui si alza una colonna di fumo nero e spiegando che stamani il team della Geo Barents “ha assistito a un respingimento della Guardia costiera libica in acque internazionali di un imbarcazione su cui viaggiavano circa 50 persone”. A segnalare la presenza del piccolo barchino blu in difficoltà era stato Alarm Phone. Quando i soccorritori lo hanno raggiunto era già stato intercettato da una nave coordinata dai libici. Le persone a bordo sono state trasbordate e la barca data alle fiamme.

“Successivamente è arrivata una nave della sicurezza costiera libica – spiegano da Msf – Prima del nostro arrivo, il nostro team ha visto del fumo alzarsi all’orizzonte, con un’altra barca avvolta dalle fiamme. L’intercettazione, il rimpatrio forzato delle persone in Libia è purtroppo una pratica comune nel Mediterraneo centrale con il supporto dell’Italia e dell’Europa. Nel 2017 l’Italia ha firmato un memorandum d’intesa sulla migrazione con la Libia. Da allora – conclude l’ong – Italia ed Europa aiutano la Guardia costiera libica a migliorare la propria capacità di sorveglianza marittima, fornendo sostegno finanziario e risorse tecniche”.

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