Medici a gettone, liste d’attesa infinite e Case di comunità vuote. La nuova Giunta guidata da Attilio Fontana si è insediata da più di tre mesi ma i problemi legati alla sanità lombarda sono rimasti gli stessi. Con un’aggravante, rispetto al passato: sempre più spesso le aziende sanitarie fanno ricorso ai cosiddetti medici a gettone: liberi professionisti che andrebbero reclutati soltanto in casi di necessità, ma sui quali in Lombardia si fa affidamento con continuità. I risvolti negativi di tale pratica sono stati messi in luce dal Movimento 5 stelle, che in Aula ha esposto alcuni cartelli dopo – secondo loro – la mancata risposta all’interrogazione dell’assessore competente, Guido Bertolaso. “Da una parte c’è un problema legato ai turni a cui sono sottoposti medici e operatori sanitari – spiega Nicola Di Marco, capogruppo del M5s – che lavorano, se va bene, 12 ore, ma considerato che i controlli sono scarsi, capita che allunghino i turni fino a 24 ore o di più senza osservare i necessari riposi. Dall’altra c’è un problema legato alla tipologia di figure professionali che vengono chiamate a prestare servizio negli ospedali: spesso si tratta di neolaureati senza esperienza oppure, come verificato dai Nas, è capitato che ci fossero dottori arruolati come ostetrici senza nessuna formazione per fare i parti cesarei o altri che lavoravano in pronto soccorso senza avere competenze in Medicina d’urgenza“.

A tutto ciò si aggiunge un problema legato ai costi: un medico ospedaliero assunto guadagna circa 52 euro lordi all’ora, un medico a gettone in pronto soccorso o in anestesia ne guadagna 87. Ma all’interrogazione Bertolaso ha parlato di provvedimenti che verranno presi in futuro, restando sul vago, mentre Fontana ha buttato la palla al governo e a responsabilità “che vanno avanti dal 2011, quando si è deciso di tagliare le risorse per la sanità, C’è un problema che riguarda la programmazione e non dipende da noi, è un problema di carattere nazionale. In Italia mancano 30mila medici”.

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