“È incredibile che il cambio di segreteria nel Partito democratico non abbia prodotto alcuna discontinuità e che il primo atto di Elly Schlein sia stato quello di confermare la co-belligeranza e la linea di Enrico Letta sulle armi e sulla guerra in Ucraina. Il rischio che corre è che nessuno noti che ‘è arrivata’ “. A rivendicarlo il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, a margine della Staffetta dell’Umanità per la pace, l’iniziativa di Michele Santoro che ha visto dipanarsi, per oltre 4.000 chilometri, un filo rosso che simbolicamente ha unito tutta l’Italia, dalla Valle d’Aosta a Lampedusa, nel nome della pace. “La pace non è esclusiva della sinistra, ma se oggi le opposizioni fossero unite creerebbero enormi contraddizioni dentro il centrodestra, dato che dentro Lega e Forza Italia c’è chi morde il freno su questa adesione acritica verso l’opzione militare, senza alcuna prospettiva e alternativa”, ha continuato.

“Si sta decidendo cinicamente di aspettare altri mesi, già sapendo quale sarà l’esito miserevole della controffensiva ucraina. I vertici militari di Kiev, degli Stati Uniti e dell’Italia dicono che questa non sarà in grado di recuperare i territori occupati, allora perché gliela fanno fare? Per un bagno di sangue e per garantire qualche altro mese di campagna elettorale al presidente statunitense Joe Biden?”, sottolinea Travaglio, parlando di ‘atto criminale da denunciare e fermare’. E ancora: “Oggi ci sono alcuni partiti che in Aula hanno già votato contro il decreto Armi, dal M5s all’Alleanza Verdi Sinistra. A destra ci sono posizioni che andrebbero incoraggiate, anche se più putiniane che sinceramente pacifiste, ma in questo momento non si può buttare via nulla. Bisogna insistere affinché la maggioranza, non più silenziosa, contraria a queste politiche trovi rappresentanza in Parlamento. E affinché chi a destra mugugna e poi vota a favore dell’invio di armi, cambi linea”.

Travaglio ha poi ricordato come le stesse parole di Papa Francesco contro le armi siano state silenziate dai media: “Questo è un Paese abituato a un servilismo imbarazzante su qualsiasi sospiro proveniente dal Vaticano. Ma da quando il Pontefice si è schierato contro gli armamenti è stato censurato. È lo stesso che avveniva con Giovanni Paolo II quando diceva le stesse cose sulla guerra in Iraq”.

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