“L’arresto di Matteo Messina Denaro è sicuramente una notizia positiva e c’è da congratularsi con le forze dell’ordine che sono riuscite ad ottenere questo risultato. Ma sinceramente non me la sento di unirmi al coro delle istituzioni e degli organi di stampa che tanto magnificano questo arresto come un successo dello Stato. Per me una latitanza che dura 30 anni non può essere considerato un successo. È invece una sconfitta da parte dello Stato, così come sono durate troppo le latitanze di Riina e di Provenzano“. Così, ai microfoni de L’Italia s’è desta, su Radio Cusano Campus, Salvatore Borsellino commenta l’arresto di Matteo Messina Denaro.

Il fratello del magistrato ucciso dalla mafia nell’attentato di via d’Amelio del 19 luglio 1992 spiega: “Indubbiamente c’è stata una protezione da parte del territorio nei confronti di Messina Denaro, che nel trapanese viene considerato un idolo. Ma dall’altra parte una cattura che avviene dopo 30 anni è una sconfitta da parte dello Stato. E ci sono tanti elementi che lasciano davvero pensare, come il fatto che questa cattura sia stata predetta da un personaggio come Salvatore Baiardo, intervistato da Giletti. Bisognerebbe che gli investigatori come mai questa persona avesse elementi per predire una situazione del genere”.

Salvatore Borsellino cita un altro elemento sospetto: “Mi ha fatto davvero impressione la differenza tra la cattura di Totò Riina e l’arresto di Messina Denaro. Nel primo caso, Riina, come deve avvenire per un criminale, è stato tradotto in manette sull’elicottero della polizia. Nel caso di Messina Denaro, mentre il suo autista è stato ammanettato e poi portato sul cellulare, lui è stato fatto accomodare su un taxi, come se fosse accompagnato da una hostess. Ci sono cose che bisogna capire – continua – e approfondire. Sicuramente il fatto che fosse gravemente malato ha potuto portare lo stesso Messina Denaro a diminuire le precauzioni e anche a favorire questo arresto, ma ci sono troppe cose che lasciano da pensare. Non vorrei che dietro questa consegna ci sia stata una trattativa, una parola che mi fa accapponare la pelle. Bisogna capire se questa trattativa c’è stata e che cosa è stato promesso in cambio a Messina Denaro per questa resa”.

Infine, un pensiero al taccuino appartenuto a Paolo Borsellino: “Mi agghiaccia il pensiero che una copia dell’agenda rossa possa essere stata data a Messina Denaro e ad altri capi della mafia come premio per il mantenimento dei patti e dell’ipotetica trattativa che avrebbero potuto portare alla sua cattura. È davvero agghiacciante”.

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