Un provvedimento federale annunciato dal governo canadese martedi scorso vieta di produrre o importare dall’estero alcuni prodotti monouso in plastica come cannucce, posate, buste per la spesa, contenitori per cibo e bastoncini per mescolare bevande.

Questo provvedimento è il primo di una serie di altre misure, tutte in linea con l’obiettivo di eliminare oltre un milione di tonnellate di prodotti in plastica (molto difficili da riciclare) e raggiungere entro il 2030 l’azzeramento totale della plastica dai rifiuti urbani.

Ai settori della ristorazione e della distribuzione alimentare (e ai consumatori tutti) viene dato l’arduo compito di adottare entro un anno soluzioni alternative all’utilizzo di questi prodotti monouso in plastica; da dicembre 2023 infatti l’utilizzo in Canada di questi prodotti sarà illegale.

Al di là delle critiche e discussioni varie su incertezze e disagi che questo provvedimento sta già creando nella popolazione canadese, è innegabile che una misura del genere nasca da un senso di responsabilità della politica di tutelare il nostro futuro. Una decisione politicamente intelligente visto che preservare la specie sta nel nostro dna e dunque un atto politico a tutela del nostro futuro, che venga da destra o da sinistra, ha molte buone probabilità di essere accolto con favore dalla società.

Nel nostro Belpaese atti di coraggio politico con una visione di futuro che tuteli i diritti di tutti alla salute (e non solo) sembrano mancare. Infatti, il provvedimento canadese è molto simile alla direttiva europea del 2019 che bandisce l’utilizzo di molti prodotti monouso in plastica per ridurre l’incidenza della plastica sull’ambiente.

La politica italiana decide però di inserire nel decreto alcune deroghe che aggirano la direttiva europea, permettendo l’uso di plastiche “biodegradabili”, di cui però non si ha alcuna prova di degradabilità nei nostri mari. Un atto politico a tutela dell’industria produttrice di plastica e a tutela del presente e del passato, piuttosto che un atto di coraggio politico a tutela del nostro futuro.

La stessa assenza di coraggio politico a tutela di un futuro migliore si può constatare nella presenza delle numerose discariche create (a norma di legge!) in tutto il nostro territorio – buche giganti in cui la plastica e altri prodotti inquinanti, invece che essere banditi, vengono semplicemente seppelliti.

Tra le tante è il caso della discarica di Scala Coeli, nella provincia di Cosenza; un buco nero enorme collocato nel bel mezzo di un ecosistema, tra la Sila e il mar Ionio, che produce da anni prodotti di alta qualità biologica che dovrebbero riempire le case di tutti gli italiani e che invece rischiano semplicemente di scomparire per sempre.

La discarica di Scala Coeli, così come altre, genera da anni discussioni politiche a livello locale, provinciale, regionale, nazionale e perfino europeo – discussioni che però non hanno mai prodotto un atto di coraggio politico rivolto al futuro.

Cerchiamoli nel nostro territorio questi atti politici coraggiosi rivolti ad un futuro migliore: se non li troviamo è segno che la prossima volta dobbiamo votare diversamente, o semplicemente votare. Un augurio sincero di buone feste a tutti.

Foto di Nicola Abbruzzese

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