Le centrali a fissione nucleare hanno problemi di gestione delle scorie e di sicurezza in caso di incidenti. I costi di costruzione e dismissione sono altissimi. La fusione nucleare non dovrebbe avere problemi, se si riesce a ottenere energia senza consumarne di più di quella prodotta. Quando si è ottenuta energia per fusione ci sono stati annunci trionfalistici, ammettendo però che l’energia impiegata era superiore a quella ricavata. Un piccolo dettaglio. Ma ora si è riusciti ad avere più energia di quella spesa per ottenerla. Un bel passo avanti, dopo decenni di sperimentazione, e ne dobbiamo essere felici.

Chi è impegnato in questa impresa dice che ci vorranno quarant’anni per produrre energia conveniente. Quando ci si riuscirà avremo risolto tutti i problemi: dobbiamo gioire di questo risultato. Però il problema del cambiamento climatico dovuto all’uso di combustibili fossili lo abbiamo ora. Non possiamo aspettare decenni per risolverlo. Benissimo investire sulla fusione miliardi di finanziamenti pubblici, a patto che si decidano altrettanti investimenti per tecnologie che producano energia da fonti rinnovabili.

Ricordate quando ci dicevano che le rinnovabili non avrebbero risolto nulla? Ora sostanziali percentuali di energia sono prodotte con le rinnovabili. Se avessimo investito gli stessi fondi dedicati alla fusione per migliorare le tecnologie che usano le rinnovabili, forse i problemi sarebbero già risolti. Per un po’ abbiamo negato il problema del cambiamento climatico, poi lo abbiamo compreso e poi abbiamo deciso di fare qualcosa, tipo la transizione ecologica.

Abbiamo perso tempo confidando nel miracolo della fusione, su cui gli investimenti sono sostanziosi da decenni. Ci potremmo chiedere: come mai tanto entusiasmo per il nucleare e tanto scetticismo per le rinnovabili? Non esiste una sola spiegazione; una riguarda gli usi militari. Il nucleare ha portato alla realizzazione di bombe atomiche. La bomba H, all’idrogeno, è a fusione nucleare ed è l’arma più potente che ci sia. Le bombe a fissione, tipo quella di Hiroshima, al confronto sono petardi. La fusione è stata già ottenuta per distruggere, ora vediamo di farla anche per scopi nobili. Ok!

Un’altra spiegazione della passione per la fusione è che questa tecnologia dà un enorme potere a chi la detiene. Chi ha investito miliardi per mettere a punto una tecnologia non è disposto a regalarla. Le industrie farmaceutiche spendono miliardi per mettere a punto medicine che salvano vite umane e non le regalano. Chi non può pagare muore.

Con le rinnovabili ci sono altri problemi. Sole, vento, onde, maree, geotermico e idroelettrico sono gratis, ma non sono gratis gli impianti e neppure i materiali utilizzati per costruirli – dai pannelli solari alle batterie. Bisogna migliorare queste tecnologie che, attualmente, hanno i problemi evidenziati da chi punta sul nucleare del futuro e che si inalbera al solo sentire che ci sono problemi anche per il nucleare. La ricerca sul nucleare viene esaltata come grande progresso scientifico, mentre l’importanza della ricerca sulle rinnovabili viene minimizzata.

La mia opinione, per quel che vale, è che il progresso scientifico e tecnologico meriti supporto sia per il nucleare sia per le rinnovabili, con un po’ di sano realismo sulle analisi costi-benefici. Nascondere i costi ed evidenziare solo i benefici non è onesto. Sia per il nucleare sia per le rinnovabili. E poi dobbiamo investire per ottimizzare i processi. Dobbiamo realizzare uno stile di vita che consumi meno energia, mentre spesso l’obiettivo è di produrne sempre di più. Ovviamente chi vende energia non è entusiasta di venderne meno: vuole venderne di più. Insomma, la situazione non è chiarissima. Mentre è chiarissimo che la transizione ecologica sia ineludibile e che ci siano grandi finanziamenti per attuarla.

Se questi finanziamenti vanno in direzioni che offriranno soluzioni tra diversi decenni, non si riconosce l’urgenza del problema climatico. Ripeto: va benissimo finanziare queste imprese, ma si deve investire altrettanto anche – ripeto: anche – in direzioni che tengano conto dell’urgenza. Va benissimo pianificare passeggiate sulla luna, la colonizzazione di Marte, la ricerca degli esopianeti e della vita extraterrestre. Ma queste imprese non sono direttamente connesse con la soluzione dell’urgentissimo problema climatico. Le energie rinnovabili sì.

Ed è urgente la mitigazione dei problemi derivanti dal riscaldamento globale, come l’aumentata frequenza di eventi estremi, dalle siccità alle inondazioni, causa di migrazioni bibliche, carestie, guerre. Probabilmente chi “spinge” nella direzione delle rinnovabili non ha molta forza di penetrazione nei confronti dei decisori e dei media, a differenza di chi spinge in altre direzioni. I politici devono esprimersi chiaramente su queste questioni e chi vota deve sapere le posizioni di chi chiede il voto, nel caso si decida che una direzione meriti più dell’altra. Mi piacerebbe che ogni politico dicesse: per me è importante investire per risolvere il problema tra quarant’anni piuttosto che risolverlo prima. E’ più importante andare sulla luna che affrontare seriamente il cambiamento climatico. Ma non bastano le dichiarazioni. Bisogna rendere espliciti gli investimenti. Poi ognuno voti come meglio creda.

Articolo Precedente

Il progetto Reca festeggia due anni di lavoro per il clima: questa è la nostra storia

next
Articolo Successivo

Dettagli impercettibili

next