Entra nel vivo la battaglia sulla manovra alla Camera. I partiti hanno ristretto le proprie proposte a 450 emendamenti segnalati: 200 di opposizione e 250 di maggioranza. Si affinano le richieste, dunque, ma con una coperta decisamente corta. La dote per le modifiche del Parlamento è, infatti, di 400 milioni (si sale a 700 contando quella per i ministeri) e tante le richieste dei partiti. A cominciare da Forza Italia che, dopo un vertice ad Arcore con Silvio Berlusconi, insiste soprattutto sulla propria misura bandiera: l’innalzamento delle pensioni minime. Il centrosinistra punta a mettere in difficoltà il governo Meloni su condono e lotta all’evasione, con ad esempio proposte di modifica alla legge di bilancio per subordinare la “tregua fiscale” a una verifica delle condizioni del contribuente. Oppure per potenziare l’incrocio delle banche dati e l’efficacia dei pignoramenti nei confronti di chi ha debiti con il fisco. La maggioranza invece cerca altre misure di bandiera, come quella lanciata dal presidente del Senato Ignazio La Russa che propone una “mini naja volontaria di quaranta giorni” con “incentivi per chi aderisce”. Lo scontro però nelle ultime ore si è consumato soprattutto sull’emendamento del presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, su 18app (il bonus per i 18enni). Le opposizioni hanno accusato il deputato Fdi di voler abolire 18app e alla fine è arrivata la retromarcia: “L’emendamento verrà riformulato in modo da dare continuità alla Carta, però con i cambiamenti che condivideremo con il ministero”, ha detto lo stesso Mollicone all’Ansa. Per ora, il suo emendamento che prevede l’abrogazione della carta elettronica 18app è tra quelli segnalati da Fratelli d’Italia. Dovrà essere modificato in Commissione o in Aula.

Fi torna a insistere sulle pensioni minime – Il termine per la segnalazione delle proposte di modifica alla legge di Bilancio era stato fissato per oggi alle 17. Degli oltre 3mila emendamenti presentati entro la scadenza di mercoledì scorso, 1000 sono stati quelli giudicati inammissibili dalla commissione Bilancio della Camera. Sono invece 200 gli emendamenti segnalati dalla maggioranza, secondo quanto si apprende: 95 saranno di FdI, 55 della Lega, 40 di FI e 10 di Noi Moderati. Ogni partito insiste sulle proprie richieste sperando di poter portare a casa almeno una fetta delle poche risorse a disposizione del cambiamento per le modifiche. A partire da Forza Italia. “E’ necessario – dice Silvio Berlusconi – fare il massimo sforzo possibile per aumentare le pensioni minime a mille euro, che resta l’obiettivo di FI per la legislatura”. Altra richiesta degli azzurri è quella di innalzare da 6 a 8mila euro la decontribuzione per chi assume giovani. E il partito del Cav , dopo la riunione di Arcore, mette i paletti anche su un’altra misura contenuta in manovra, quella riguardante i Lep (livelli essenziali delle prestazioni), primo step dell’autonomia inserito nella Legge di Bilancio. L’autonomia differenziata, è l’avvertimento, non può comportare una divisione del Paese tra Nord e Sud, e inoltre deve marciare in parallelo con la riforma costituzionale in senso presidenziale.

Gli emendamenti segnalati da Fdi – Tra le proposte segnalate da Fratelli d’Italia, oltre alla sospensione del payback per le imprese sanitarie, anche l’aliquota agevolata per il gasolio agricolo e la proroga del lavoro agile per i lavoratori fragili e i genitori lavoratori con figli minori di anni 14. Fondi per le materie Stem (scientifiche) nella scuola così come la proroga delle risorse per le trasmissioni di Radio Radicale. Spunta, infine un fondo ‘per la realizzazione dei Giochi della Gioventù‘, con una dotazione pari a 20 milioni di euro. C’è poi l’emendamento numero 66.09 a firma Foti che, al fine di sostenere e promuovere progetti di alfabetizzazione mediatica e digitale e progetti educativi a tutela dei minori da parte dei fornitori di servizi di media e dei fornitori di piattaforme di condivisione video, prevede l’istituzione di un Fondo nello stato di previsione del ministero delle Imprese e del made in Italy con una dotazione di 1 milione di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2025. Tra gli altri, segnalati anche l’emendamento 14.01 a firma Malaguti che prevede incentivi all’utilizzo del buono pasto elettronico; l’emendamento 57.07 a firma Roscani che incrementa per il 2023, 2024 e 2025 il fondo destinato al Consiglio nazionale dei giovani; l’emendamento 57.023 a firma Lucaselli che riguarda lo sgravio contributivo per l’assunzione di apprendisti; l’emendamento 78.022 che riguarda il rifinanziamento del fondo per il funzionamento degli impianti ippici; l’emendamento 99.07 a firma Zurzolo che prevede l’istituzione di un fondo perequativo a sostegno degli enti locali per l’edilizia scolastica con una dotazione di 20 milioni anni per il 2023, 2024 e 2025; l’emendamento 110.012 a firma Ambrosi per la promozione della ricettività e dell’offerta turistica accessibile; l’emendamento 114.010 a firma Angelo Rossi sul potenziamento del Comando carabinieri per la tutela agroalimentare; l’emendamento 108.050 a firma Mollicone che prevede, nell’ambito delle misure di sostegno alla musica jazz e ai festival, un incremento del fondo per il sostegno al settore dei festival, dei cori e bande musicali e della musica jazz istituito, con una dotazione di 5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2023.

Gli altri emendamenti – Tra le proposte indicate dal partito di Matteo Salvini, invece, quella del taglio dell’Iva sul pellet (ora al 22%), il sostegno al comparto della sicurezza ma anche una riguardante la qualità dell’aria, con interventi per ridurre l’inquinamento. Nessuna proposta di modifica segnalata dal Carroccio sul fronte del Pos o sul tetto al contante, entrano invece una serie di proroghe di agevolazioni per le popolazioni terremotate. Oltre agli emendamenti di M5s e Pd, sono 44 quelli segnalati dal gruppo Azione-Italia Viva. Tra questi, uno propone di togliere l’addizionale erariale alla tassa automobilistica, le tasse e sopratasse per gli istituti superiori e le università, le tasse per le licenze di esercizio, la tassa di abilitazione all’esercizio professionale e ancora l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco di passeggeri sugli aeromobili.

Lo scontro sul bonus per i 18enni – “Manteniamo l’impegno preso pubblicamente. Quella che era la carta 18App rimarrà, ci sarà continuità e lavoreremo con le categorie per perfezionarla”, ha dichiarato oggi Mollicone. L’emendamento alla manovra presentato dal deputato Fdi insieme a Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (FI)di fatto chiede di cancellare il bonus cultura per i 18enni, introdotto da Matteo Renzi nel 2016 e reso strutturale lo scorso anno, e di utilizzare i 230 milioni stanziati per altre iniziative del comparto cultura. Dopo le polemiche delle opposizioni, Mollicone aveva dichiarato: “Non aboliamo la App 18, è una fake news“. L’emendamento iniziale però non prevede nessuna carta. E infatti lo stesso Mollicone ha annunciato la riformulazione: “L’intenzione è di fare da subito una nuova Carta in piena continuità, mettendo in sicurezza il sostegno al consumo culturale con criteri di maggiore trasparenza in collaborazione con le categorie”, ribadisce il deputato Fdi.

“Mollicone continua a far finta di non capire. Il tema non è la modifica di 18App. Il tema è l’emendamento presentato che prevede il taglio delle risorse per 18App. Quindi l’abrogazione della norma. Mollicone ci dica se la maggioranza è disponibile a ritirare quell’emendamento o meno. Senza ritiro non ci sono spazi per modifiche ma solo il taglio delle risorse per i ragazzi”, replica la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi.

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