“Quelli di Propaganda Live hanno avuto gli occhi foderati di prosciutto su Aboubakar Soumahoro? Penso proprio di sì. Loro sono arrabbiati, ma bastava leggere le cronache locali e informarsi presso tante persone che, a Latina e nei posti dove avvengono lo sfruttamento dei migranti e il caporalato, lavorano e mettono in pericolo anche la propria vita. È chiaro che una trasmissione televisiva debba avere un personaggio che piace ma nel momento in cui il tuo programma tv fa da potenziale trampolino di lancio per altro, devi stare attento“. Così Elena Fattori, ex senatrice del M5s poi passata a Sinistra Italiana, commenta ai microfoni di Radio Radicale le parole pronunciate sul caso Soumahoro da Diego Bianchi nella trasmissione Propaganda Live.

Ed estende la sua dura critica anche al partito che ha candidato il sindacalista ivoriano: “Per aver costruito un personaggio perché era televisivamente vincente e per averlo candidato perché era famoso, senza indagare su cosa rappresentasse realmente, la politica deve fare un mea culpa, chiedere scusa e lavorare sul caporalato e sullo sfruttamento dei migranti con le associazioni che davvero sputano il sangue sui territori da anni. Mi piacerebbe che Propaganda Live cominciasse a invitare queste persone, anche se magari non sono così brave come Soumahoro a parlare in pubblico o non hanno una bella presenza. Una trasmissione del genere dovrebbe cominciare a ragionare secondo altri binari”.

L’ex parlamentare aggiunge: “Le questioni del caporalato e dei migranti sono molto delicate, si fa molta fatica a difendere i diritti di queste persone e andare a fondo in questi problemi, perché in fondo attira di più l’estemporaneita del personaggio. Questo io lo trovo politicamente e comunicativamente molto grave, perché sui temi complessi bisogna essere in grado di analizzare a fondo le questioni, non innamorarsi del soggetto che ti fa fare audience. La vicenda di Soumahoro e della cooperativa della suocera ha fatto un danno enorme alle cooperative oneste. C’è un governo di destra – spiega – e quindi prenderà questa storia come esempio per dire che le cooperative non funzionano. Domani saranno noti i dati dell’Osservatorio Placido Rizzotto sul caporalato, che è una piaga terribile con radici profonde e meccanismi molto complessi. Adesso questa storia mette in difficoltà e in cattiva luce tutti gli operatori che da anni mettono a repentaglio se stessi per questo problema, dalla Caritas ai sindacalisti della Cgil fino alle varie associazioni. Ricordo che ci sono attualmente persone sotto scorta per aver denunciato il caporalato”.

Elena Fattori poi ribadisce quanto già asserito nella trasmissione Piazzapulita e in una intervista al Corriere della Sera sulla cooperativa Karibu, gestita dalla moglie di Soumahoro, Liliane Murakatete, e dalla suocera Marie Therese Mukamitsindo: “Tutti in Sinistra Italiana erano al corrente di queste vicende, ben note da tempo. C’erano delle note parlamentari, c’erano i giornali locali che ne parlavano. Io avvisai nel 2019 alcuni colleghi del M5s, poi ne parlai coi dirigenti di Sinistra Italiana ben prima della candidatura di Soumahoro. Sinistra Italiana organizzava convegni dove spesso veniva invitato Aboubakar ma senza contradditorio. E in quelle occasioni chiedevo di non elevarlo a unico referente di certe questioni, perché c’era un problema di conflitto di interessi. Quando poi Soumahoro è stato candidato, infatti, ho detto che non era opportuno. Avvisai Fratoianni sia nel 2020, sia nel 2022. La prima volta mi ringraziò dell’informazione, la seconda volta mostrò totale disinteresse”.

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