Stefano Bonaccini dice di non volere il sostegno delle correnti, ma con lui sono schierati – e non da oggi – gli ex renziani di Base riformista, capeggiati dagli ex ministri Lorenzo Guerini e Luca Lotti. E anche gli altri colonnelli del Pd si preparano a schierare le truppe in vista delle primarie del 19 febbraio, che incoroneranno il nuovo segretario. I candidati già (quasi) sicuri sono l’ex ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli e soprattutto la neo-eletta deputata Elly Schlein, fino a ieri vicepresidente di Bonaccini in Emilia-Romagna, su cui dovrebbe convergere tutta l’ala sinistra del partito. Vale a dire l’area che gravita intorno a Nicola Zingaretti e Goffredo Bettini, ma anche i seguaci del vicesegretario Peppe Provenzano e quelli di Brando Benifei, capodelegazione a Bruxelles.

Con Bonaccini, oltre a quelli di Base riformista, dovrebbero schierarsi i “giovani turchi” di Matteo Orfini, mentre hanno già dato il proprio endorsement amministratori locali di un certo peso come il governatore toscano Eugenio Giani e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Al lancio della candidatura del governatore a Campogalliano, paesino di poche anime in provincia di Modena, c’era anche il potente ex ministro Graziano Delrio, che porterà in dote un’altra fetta di consenso. Ma Bonaccini avrà contro due dei tre leader delle maggiori correnti: Andrea Orlando (che medita se candidarsi in prima persona o appoggiare Schlein) e soprattutto Dario Franceschini, che con la sua AreaDem sembra intenzionato a sostenere la leader di Occupy Pd.

Uno dei più grossi punti di domanda è cosa farà Dario Nardella, il sindaco di Firenze che è considerato uno dei papabili sfidanti di Bonaccini, ma potrebbe convergere su Schlein (e in cambio avere la presidenza del partito). Poi c’è l’incognita-Sud: c’è da vedere che faranno i governatori Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, indecisi se far convergere i propri voti su Schlein o tentare la candidatura “di rottura” del presidente campano. E non si sa ancora che posizione prenderà il segretario uscente Enrico Letta, considerato vicino alla deputata (così come Romano Prodi), ma che probabilmente sceglierà di non schierarsi. Intanto su Repubblica compare un sondaggio di Ilvo Diamanti che mostra come, alla domanda a risposta aperta “chi vorrebbe come nuovo leader del Pd?”, il 32% risponda il nome di Bonaccini (+6% rispetto al mese scorso) contro l’8% che si esprime per Schlein (-1%).

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