Oltre 65mila candidati per 16.070 posti. Domani, 6 settembre, ci sarà il test di ingresso di medicina e sempre più studenti decidono di tentarlo: 700 in più dell’anno scorso. La prova è da sempre considerata una delle più complesse da superare: 60 domande in 100 minuti, che si concentreranno prevalentemente su biologia, chimica, fisica e matematica. Meno presenti i quesiti di cultura generale, mentre non mancheranno domande di logica e letteratura. Non basta però arrivare preparati su questi argomenti. I candidati devono tenere a mente diverse regole da rispettare, in modo da evitare di perdere punti con errori non legati allo studio. Consulcesi, associazione contraria al numero chiuso per la facoltà di medicina, ha stilato un elenco di punti da tenere a mente per non cadere in errori di forma e di distrazione.

Cosa bisogna sapere – Prima di entrare per sostenere la prova i candidati devono lasciare telefoni e smart watch fuori dall’aula. Una volta ricevuto il plico con i vari fogli su cui svolgere il test, non bisogna dimenticarsi di controllare che le etichette adesive da incollare sul modulo delle risposte e su quello anagrafico siano le stesse. Allo stesso modo, per evitare che una risposta sia invalidata, gli studenti devono stare attenti a non uscire dai margini dei box ed evitare la penna blu: è ammessa solo quella nera. Il foglio di bella copia, inoltre, non deve essere scarabocchiato né contenere calcoli o appunti. Per correggere i propri errori, è necessario annerire la casella con la risposta sbagliata e fare una croce su quella ritenuta giusta.

La polemica sul numero chiuso – Come tutti gli anni fa discutere il tetto alle iscrizioni a medicina. Il leader della Lega Matteo Salvini si scaglia contro il numero chiuso: “Mancano medici e infermieri, bisogna dare la possibilità a tutti di iscriversi, poi sarà la meritocrazia a fare andare avanti i nostri ragazzi”. Dello stesso parere anche il governatore del Veneto Luca Zaia.
Critico verso l’attuale modalità di selezione per la facoltà di medicina, ma “perplesso” davanti alle proposte di abolizione del numero chiuso è il presidente della Federazione degli Ordini dei medici Filippo Anelli: “Ora più che mai è necessaria un’attenzione particolare alla programmazione: il rischio è” che “superata la fase della carenza di specialisti” ci si ritrovi ad avere “una ‘pletora’ di specialisti”. Anelli suggerisce che le passioni e la specializzazione degli studenti vengano coltivate a partire dagli ultimi anni di liceo. Una direzione che alcune scuole hanno già intrapreso: è il caso dell’esperienza “dei licei con curvatura biomedica: a partire dal terzo anno dei licei classico e scientifico vengono introdotte, in collaborazione con gli Ordini dei Medici, lezioni teoriche e pratiche aggiuntive, frequentate su base volontaria, che preparano a diventare medici”. Secondo l’Ordine dei medici, ciò comporta un duplice vantaggio: “Questo non solo aiuta a superare i test di ingresso, ma soprattutto permette agli studenti di valutare, senza perdere anni all’Università, se realmente gli studi e la professione del medico fanno per loro”.

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