Da un lato la corsa dell’Italia ad affrancarsi dal gas russo e a mettere in sicurezza l’inverno per famiglie e imprese, dall’altro le difficoltà di imporre a una comunità il discusso rigassificatore con procedure d’urgenza che saltano la valutazione di impatto ambientale, come garantito dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani alla Commissione europea. Ben oltre il governo, la questione entra di fatto nel dibattito pre elettorale, creando possibili imbarazzi anche alla favorita Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Del suo partito è il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, che non solo rilancia ai quattro venti la sua contrarietà all’opera, ma assicura che “Meloni è d’accordo con me”. Nella città di mare gli imbarazzi sono trasversali, e se infatti a Roma la politica è quasi tutta a favore dell’impianto, a Piombino si dicono contrari anche Pd e Lega. Così il governatore dem della Toscana, Eugenio Giani, mette le mani avanti nonostante il suo ruolo di commissario straordinario per il rigassificatore: “Bisogna rispettare le leggi e l’iter procedurale e sopratutto avere la sicurezza assoluta che sia un’opera sicura”.

“Glielo dico io al sindaco”, ha assicurato il decano di FdI, Ignazio La Russa, che sul rigassificatore di Piombino la pensa esattamente come Mario Draghi quando dal palco del Meeting di Rimini della settimana scorsa ha ribadito l’importanza degli impianti di Piombino e Ravenna “per la sicurezza nazionale“. Ma il primo cittadino di Piombino non ci sente, anzi. “Ne ho parlato spesso anche con Meloni. La posizione del partito è chiara: in linea di massima Fdi è favorevole ai rigassificatori, ma la scelta di Piombino è assolutamente sbagliata”, assicura in un’intervista a Repubblica. Secondo il progetto di Snam, il porto della città ospiterà la nave Golar Tundra, capace di stoccare 170mila metri cubi di gas naturale allo stato liquido che, grazie alla temperatura dell’acqua di mare verrà riportato allo stato gassoso per correre nei tubi, raggiungere le case degli italiani e scongiurare almeno in parte l’emergenza energetica.

Senza preoccuparsi di Draghi, il sindaco Ferrari ha liquidato in fretta quanto detto da La Russa: “Ha espresso un giudizio che non è quello del partito, in maniera inaspettata. Tanto che dopo qualche minuto è arrivata la rettifica. Appena sentita la dichiarazione ho parlato coi vertici nazionali che mi hanno confermato la posizione del partito, ovvero che FdI, in linea generale, è a favore dei rigassificatori per far fronte all’emergenza energetica ma che la scelta di Piombino è assolutamente sbagliata. Sono state rassicurazioni per me importanti”. E rassicura a sua volta: “Quando FdI sarà al governo valuterà soluzioni diverse della Golar Tundra rispetto a Piombino”. Di più: “Se il procedimento sarà corretto si concluderà con l’impossibilità di collocare la nave nel porto di Piombino per motivi di sicurezza, ambientali ed economici, certo che il futuro governo di centrodestra “correrà ai ripari per collocare la nave in un luogo dove quelle criticità non ci saranno”. A questo punto tocca a Giorgia Meloni chiarire una volta per tutte la posizione del partito.

Più scomoda quella del presidente della Regione Giani, commissario straordinario per il rigassificatore e in quanto tale tenuto entro fine ottobre a rilasciare o meno il via libera al progetto. Intervistato dal Corriere, il governatore puntualizza sugli impegni dell’Italia di procedere d’urgenza e quindi saltando la valutazione di impatto ambientale e le possibili more di una procedura che coinvolge molti soggetti istituzionali e non. “E’ stata adottata una procedura d’urgenza che, come ha deciso il ministro Cingolani e come prescrive la legge, prevede l’esenzione dalla valutazione d’impatto ambientale. Ma ci sono procedure da seguire e rispettare“. L’iter: “Abbiamo interloquito con trenta enti che ci hanno consegnato oltre sessanta note. Il 19 settembre ci sarà la conferenza dei servizi, ascolteremo le varie obiezioni e suggerimenti, leggeremo il parere dei tecnici e poi entro il 29 ottobre decideremo”. E ricordando di aver vinto la sua battaglia “per farlo rimanere solo tre anni in porto e poi portarlo offshore a diverse miglia dalla costa”, conclude garantendo che “Piombino ha tutte le strutture per accogliere l’impianto, ma saranno i dati he dovranno confermare se il progetto è valido e sicuro”.

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