Alla politica manca “un appiglio alla realtà, ai veri problemi delle persone, una visione di un mondo diverso da quello che per decenni ha ritenuto l’unico possibile“. È il succo di un duro comunicato con cui i giovani di Fridays for Future – il movimento ambientalista ispirato dagli scioperi per il clima di Greta Thunberg – intervengono nella campagna elettorale italiana. “Mentre i partiti fanno la fila per presentare i loro roboanti loghi di coalizione, molta incertezza circola nel più grande partito non ufficiale d’Italia: quello degli elettori indecisi. Indecisi non per ignoranza o disinteresse, ma resi tali da anni di democrazia difficoltosa, di cui questa campagna elettorale lampo è il pinnacolo: i partiti ormai rodati, anche grazie all’esenzione dall’obbligo di raccogliere le firme, hanno la strada spianata per riprendere subito il loro posto in Parlamento. I cittadini, a cui non è concesso un vero spazio di partecipazione, sono solo chiamati a scegliere senza poter aggiungere nulla”, scrivono i Fridays. Rivendicando “il diritto di avere spazi di discussione pubblica e confrontarci pubblicamente con i partiti in campagna elettorale, per poter rappresentare gli interessi di chi oggi non viene ascoltato e obbligare i candidati a spiegare perché continuino ad ignorare misure vantaggiose, perpetuando così il collasso ecologico e l’ingiustizia sociale”.

A “sentirsi ignorati dalla politica”, si legge, non sono solo i giovani, “sempre più esclusi dal dibattito politico, il cui grido per chiedere azioni concrete contro la crisi climatica rimane tuttora inascoltato. La crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina ha infatti messo milioni di persone in condizione di non poter pagare le bollette o il carburante per spostarsi, accentuando una condizione di povertà che ormai colpisce quasi 6 milioni di italiani”. Tuttavia, ricordano gli attivisti, “nessuno dei principali partiti italiani ha avuto la volontà di proporre misure strutturali in grado di aiutare questa larga fetta di popolazione a sollevarsi. Così come non sono stati proposti provvedimenti seri per affrontare il problema della siccità ed aiutare le persone più colpite, come gli agricoltori”.

In questo senso, secondo i Fff, sarebbero proprio “gli interventi necessari a contrastare la crisi climatica” i più adatti a fornire “risposte a quei problemi sociali ed economici che la politica non riesce, o non vuole, affrontare”. Qualche esempio: “Rendere gratuiti e potenziare i trasporti pubblici, promuovere le energie rinnovabili e l’autoproduzione, efficientare le case popolari, consolidare la rete idrica del Paese, tassare i profitti delle aziende energetiche inquinanti, ridurre l’orario di lavoro mantenendo il salario invariato: queste sono solo alcune delle proposte che potrebbero avere un immediato impatto positivo e permanente sulla qualità della vita e sul lavoro (restituendo soldi ai cittadini, creando posti di lavoro, riducendo la disoccupazione e le disuguaglianze) e che al tempo stesso sono indispensabili per una giusta transizione ecologica“. Un’agenda che sembra fantascienza, se si pensa che nel programma del centrodestra – la coalizione favorita per la vittoria – si parla ancora di puntare sul “nucleare sicuro e pulito” (che non esiste) mentre non c’è una parola sugli extraprofitti. Ad accreditarsi come amico dei giovani ambientalisti ci ha provato Luigi Di Maio, annunciando la candidatura con Impegno civico dell’attivista Federica Gasbarro, che in passato ha partecipato ai Fridays romani: i portavoce, però, hanno ribadito più volte che Gasbarro non partecipa alle azioni del gruppo da molti anni e non rappresenta in alcun modo le loro posizioni.

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