“Aiutiamo mamma Anna ad avere notizie di suo figlio Gabriele”. A scrivere queste dieci parole su una cartolina inviata da Ancona all’indirizzo di trecento famiglie di Strongoli, in Calabria, sono gli studenti del liceo scientifico Galileo Galilei della città. La mamma di cui parlano è Anna Dattoli che dal 2013 cerca notizie di suo figlio Gabriele De Tursi, scomparso a 19 anni probabilmente per un caso di “lupara bianca”. I ragazzi marchigiani hanno incontrato la madre di Gabriele qualche mese fa durante un percorso di Ptco (ex scuola alternanza-lavoro) decisamente originale: una settimana di lavoro sui beni confiscati alla criminalità organizzata, a Polistena e a Isola Capo Rizzuto. Centoventi studenti hanno lavorato fianco a fianco agli operatori delle cooperative di Libera, l’associazione di don Luigi Ciotti, incontrando magistrati, giornalisti e vittime della ‘ndrangheta.

Uno di questi è stato con Anna Dattoli che non vede più suo figlio dal 5 giugno 2013. Gabriele, quella sera, era uscito con la moto per andare a prendere un caffè al bar ma non ha fatto più ritorno. Il 26 aprile 2014 è stata ritrovata la sua Honda in una zona impervia di Strongoli ma di lui nulla. I familiari sono convinti che si tratti di “lupara bianca”: in paese si dice che abbia avuto un diverbio con il figlio del boss locale. Speranze che quel giovane sia ancora vivo ce ne sono poche ma la mamma non le ha perse e continua a cercarlo e a testimoniare la sua storia. “Una vicenda – racconta la dirigente del liceo, Alessandra Rucci – che non ha lasciato indifferenti i miei studenti. Quando sono tornati dalla Calabria si sono chiesti che cosa avrebbero potuto fare per aiutare mamma Anna. Le hanno scritto una lettera ma poi hanno pensato che era necessario provare a rompere l’omertà che circonda questo caso. Così hanno disegnato una cartolina, l’hanno fatta stampare usando i loro soldi e l’hanno inviata a queste trecento famiglie che hanno individuato casualmente”.

Ad oggi, dal paese calabro, non è arrivata alcuna risposta né da queste famiglie né dal sindaco o da altri; tuttavia le cartoline sono state spedite la scorsa settimana e forse devono ancora arrivare a destinazione. Ma c’è di più. La dirigente ha intenzione di istituzionalizzare questa esperienza di Ptco sui beni confiscati alla mafia: “I ragazzi che hanno partecipato – spiega la preside – accompagnati dai docenti Livio Martinangeli, Roberta Gambella, Doroty Rossi, Carla Raffaelli, hanno imparato alcune tecniche di coltivazione, un lavoro manuale e in più hanno avuto la straordinaria occasione di conoscere persone come mamma Anna. Un lavoro che ha unito più anime e che ha dato la possibilità di capire un territorio come quello della Calabria che va conosciuto da vicino. Era la prima volta che “Libera” organizzava un percorso di alternanza scuola-lavoro di questo genere. E’ mia intenzione ripeterlo”.

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