Dieci giorni. È il tempo stimato dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, prima che il territorio che amministra inizi ad avere problemi seri a livello di risorse idriche, almeno in alcune zone. E nel lungo periodo, ha avvisato, “se andiamo avanti così” potrebbero esserci ripercussioni anche sull’utilizzo civico dell’acqua potabile, dove al momento la situazione resta sotto controllo. E intanto l’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio lancia l’allarme sul “rischio” per la “produzione agricola” in Lombardia.

Fontana ha spiegato che da giovedì è “operativo l’accordo con il Trentino” per cui arrivano 5 milioni di metri cubi di acqua in più, che “contribuiscono a mettere in sicurezza quella parte del territorio che pesca dal lago di Idro che si stava abbassando in maniera preoccupante”. E ha avvisato: “Noi fino al 10 luglio andiamo avanti, oltre no”. Finora, ha spiegato, “abbiamo fatto quello che si doveva fare con tutti i gestori dei bacini idroelettrici, se non piove la situazione è preoccupante”. Ad oggi, ha ricordato, per l’uso civico “non abbiamo mai dichiarato che ci sono problemi”, però “bisogna usare l’acqua con più logica e non sprecarla”. Perché “se andiamo avanti così poi potrebbe succedere anche quello”, ha concluso.

Le piogge delle scorse ore sono stati “utili a ristorare il territorio – ha invece spiegato Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi – ma non devono trarre in inganno”. In sostanza, “concedono solo qualche giorno di tregua alla grande siccità, che sta colpendo ampie zone del Paese”. Tra i settori a “rischio c’è anche la produzione agricola della Lombardia, regione leader per valore economico del settore primario”. Il presidente lombardo Sandro Folli ha spiegato che “senza l’irrigazione nelle campagne sarebbero compromessi gli equilibri ambientali dell’intera pianura, compresa la ricarica delle falde sotterranee”. La priorità è quindi quella di “salvare il primo raccolto e, pur mantenendo severe scelte di razionamento irriguo, è necessario continuare a disporre almeno delle attuali portate dai fiumi, nonostante siano largamente inferiori alle necessità delle colture”.

L’associazione cita comunque alcuni esempi virtuosi da altri territori. Come il Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara, che sta “riciclando l’acqua” grazie al lavoro di dieci pompe provvisorie che, associate allo spegnimento di alcuni impianti, reimmettono risorsa idrica nella rete di canali, altrimenti destinata a disperdersi in mare. L’Anbi si fa invece interprete della richiesta del territorio alla Regione Calabria per sbloccare l’autorizzazione d’uso delle acque, a fini irrigui e idroelettrici, dalla diga di Metramo al Consorzio di bonifica Tirreno Reggino, “che attende risposta dal 2015”.

Neanche il Sud è estraneo quindi al problema. Coldiretti Puglia ha avvisato che giugno è stato un mese da bollino rosso: “Temperature fino a 43 gradi, assenza di piogge da settimane e campi a secco, con l’irrigazione di soccorso per dare acqua agli olivi che sono in stress idrico e non producono olive”. Tanto che l’associazione degli agricoltori stima “un calo del 40% della produzione, a causa del caldo anomalo durante la fioritura e della siccità”. Una scarsità di materia prima destinata a riflettersi anche sui prezzi dell’oro giallo. “Serve un piano invasi, con una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali”, sostiene il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

IL DISOBBEDIENTE

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