Avrebbero voluto costituirsi parte civile al processo scaturito dall’inchiesta “Cavalli di razza” della Direzione distrettuale antimafia di Milano sulla ‘ndrangheta in Lombardia. Ma per l’associazione “WikiMafia – Libera Enciclopedia sulle Mafie” è arrivata l’esclusione. Il Gup del tribunale di Milano, titolare del procedimento, ha infatti deciso di respingere la richiesta del legale Marco Griguolo.

“La decisione di iniziare a costituirci parte civile nei processi in Lombardia – scrivono in una nota i membri di WikiMafia – nasce all’indomani della denuncia della dott.ssa Alessandra Dolci, avvenuta proprio a un nostro evento, di intimidazioni ai pm durante i processi di mafia. L’arroganza e la protervia con cui certi familiari degli imputati di mafia partecipano in Lombardia ai processi deriva – sottolineano – anche dal fatto che dal lato della pubblica accusa le parti civili si contano quasi sempre sulle dita di una mano. E a volte non ci sono proprio”.

Per questa ragione, come già avvenuto in altre occasioni, Wikimafia ha deciso di presentare la richiesta di costituzione parte civile. Questa volta però non è arrivato l’esito favorevole. L’esclusione sarebbe stata motivata “perché la nostra decennale attività antimafia, a detta del giudice, non sarebbe dimostrata”, si legge nel comunicato dell’associazione. “Eventi, campagne di informazione, format divulgativi: per la Gup non esisterebbe la prova di quello che facciamo dal 2012”, sottolineano. E alle opposizioni dell’avvocato di WikiMafia (in merito anche alla traduzione di un articolo di un quotidiano tedesco) la giudice avrebbe “liquidato la questione dicendo che in ogni caso lei aderisce all’orientamento restrittivo sull’ammissione degli Enti nei processi penali”. I membri di WikiMafia – non potendo impugnare l’ordinanza – annunciano l’intenzione di scrivere al presidente facente funzioni del Tribunale, Fabio Roia, per “denunciare la gravità di quanto accaduto”.

L’operazione Cavalli di razza è un’inchiesta antimafia sulla ‘ndrangheta in Lombardia, che il 16 novembre 2021 ha portato all’arresto di 54 persone, alcune delle quali accusate di essere affiliate alle ‘ndrine Piromalli e Molè di Gioia Tauro. L’inchiesta rappresenta una delle tre distinte indagini condotte in Calabria, Lombardia e Toscana, coordinate dalla Direzione Nazionale Antimafia, che complessivamente hanno portato all’arresto di 113 persone, disvelando l’esistenza di un sodalizio mafioso attivo nell’importazione di ingenti quantitativi di cocaina dal Sudamerica, nonché nelle estorsioni e nel riciclaggio dei relativi capitali illeciti in mezza Italia e anche all’estero.

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