“L’introduzione del salario minimo non ha causato caos in Germania“. A ribadirlo a gran voce è la presidente del Bundestag, Bärbel Bas, che nella sua prima visita ufficiale a Roma ha sottolineato di aver “tranquillizzato” il presidente della Camera, Roberto Fico, sulle conseguenze della misura diventata argomento centrale nel dibattito politico, e non solo, italiano. “L’intenzione – ha sottolineato – è quella di far in modo che la gente possa vivere di quanto guadagna. E vi posso solo incoraggiare ad andare avanti su questa strada”, ha detto poi suggerendo all’Italia di proseguire sulla via dell’introduzione.

Da mesi infatti il dibattito sulla misura è acceso. Tanto che di fronte alla decisione dell’Europa di introdurre una direttiva per imporre agli Stati membri di affrontare il problema del lavoro povero, con un’intesa raggiunta dopo una notte di trattative tra Consiglio, Parlamento e Commissione Ue, in Italia c’è chi ha parlato di “accordo storico“, come il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e chi ha invece parlato di “pacco per i lavoratori“, come il capogruppo di Forza Italia in commissione Affari esteri al Senato, Enrico Aimi. La misura, per la verità, non obbliga gli Stati a definire una soglia, e per i Paesi come l’Italia rimane la possibilità di arrivare a compensi più equi attraverso la contrattazione collettiva, attuando innanzitutto una riforma della rappresentanza sindacale. Nonostante questo, c’è chi dopo la decisione ha continuato a frenare soprattutto per la paura che il salario minimo possa “penalizzare la contrattazione esistente in Italia”, come teme il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. Mentre al contrario, secondo il collega di governo, il ministro del Lavoro Andrea Orlando, l’accordo è un “assist per i lavoratori”.

Un salario minimo legale, infatti, serve a tutelare il potere di acquisto dei lavoratori (compresi quelli non coperti dai contratti collettivi) e mettere un freno al dumping salariale. Le retribuzioni italiane stando a un rapporto della Fondazione Di Vittorio della Cgil, nel 2021 sono state sotto la media dell’Eurozona. Il salario lordo annuale medio nel 2021 è stato di 29.400 euro, più del 2020 ma sempre sotto i livelli pre pandemia, mentre la media dell’Eurozona si attesta a 37.400 euro lordi annui. Per intenderci: in Francia il salario medio supera i 40.100 euro e in Germania i 44.500 euro, con uno scarto rispettivamente di 10.700 euro e di 15mila euro rispetto all’Italia.

Tuttavia c’è ancora chi punta il dito contro la misura, come il ministro alla Pubblica amministrazione Renato Brunetta, convinto che il salario minimo “per legge” non vada bene perché “contro la nostra storia culturale di relazione con gli industriali”, o come le europarlamentari della Lega, Elena Lizzi e Stefania Zambelli, il salario minimo “rischierebbe un allineamento verso il basso delle retribuzioni” e sarebbe più utile agire eliminando “i contratti pirata”. Anche Ignazio Visco, il governatore della Banca d’Italia, pur definendo il salario minimo “una buona cosa”, ha precisato che lo è “solo a certe condizioni”: “Il rischio sta nel livello, se è eccessivo può portare a non occupare persone che hanno una produttività in grado di non arrivare a quella soglia”.

Tutti timori che, appunto, la numero uno del parlamento tedesco ha cercato di calmare, sottolineando che la misura non ha creato alcun caos in Germania, ma anzi che l’Italia deve “proseguire” sulla via dell’introduzione.

Alle parole di Bärbel Bas ha fatto seguito una nota delle deputate e dei deputati M5s che sottolineano che queste parole “sconfessano totalmente una tesi molto in voga fra i detrattori nostrani della misura che non perdono giorno per proporre argomentazioni su ciò che accadrebbe in Italia se la nostra proposta fosse approvata”. “Come rilevato lo scorso anno da uno studio dell’Università di Harvard, in Germania, grazie a questo provvedimento, sono cresciuti sia il Pil sia il numero di occupati. A chi parla di livellamento verso il basso degli stipendi a causa del salario minimo, peraltro, facciamo notare che questa dinamica si è verificata negli ultimi 30 anni senza una legge del genere. Approviamo subito il nostro disegno di legge e diamo a 4,5 milioni di lavoratori una risposta concreta ed efficace”, continuano i parlamentari M5s.

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