Ha scritto una lettera di “riconciliazione” agli studenti la dirigente scolastica del liceo Fogazzaro di Vicenza, Maria Rosa Puleo, dopo lo sciopero l’altro ieri per espressioni giudicate sessiste, relative all’abbigliamento di alcune allieve. “La passione e la spontaneità – è scritto nella lettera, riportata oggi da Il Giornale di Vicenza – mi hanno guidata ancora una volta nel mio intervento nelle classi. Solo dopo ho scoperto che qualcuno si era sentito offeso da alcune mie espressioni. Sono profondamente dispiaciuta e addolorata se ho involontariamente causato disagio e sofferenza: mi scuso sinceramente di quanto possa essere stato inteso come offensivo e confido che queste scuse possano essere accolte”. Nel pomeriggio è previsto inoltre un incontro online del consiglio d’istituto, con studenti e genitori, per un chiarimento definitivo sulla vicenda, ma anche per porre le basi di un regolamento che dal prossimo anno dovrebbe essere applicato sull’abbigliamento degli studenti in classe.

Intanto l’assessora veneta all’istruzione Elena Donazzan dice di concordare con la ‘battaglia’ sulla necessità di un abbigliamento consono per entrare in aula. “Non capisco questa alzata di scudi – sostiene Donazzan all’Ansa – peraltro guardiamo sempre con ammirazione le scuole inglesi, americane, i college: comunico che lì hanno tutti la divisa”. Per l’assessore della giunta Zaia, “la scelta della preside segue quella di altri dirigenti scolastici che hanno dovuto intervenire perché il tema del decoro è parte del modello educativo, di un approccio che deve essere impostato al rispetto, che passa anche attraverso l’abbigliamento, soprattutto in una società dell’apparenza“. “Oggi questi ragazzi hanno modelli di riferimento che spesso passano più attraverso social e influecer che il corpo docente e la propria famiglia – conclude Donazzan – . Il decoro, quindi un abbigliamento consono al luogo della scuola, che è un luogo dell’educazione, è una istituzione che insegna il rispetto”.

Articolo Precedente

Vicenza, studenti scioperano contro la preside che aveva rimproverato studentesse per l’abbigliamento

next
Articolo Successivo

Normale di Pisa, studenti in piazza insieme ai precari di mense e pulizia: “Salari bassi, obbligati a straordinari per stipendi dignitosi”

next