Si autoapplicava un’agevolazione fiscale alla quale non aveva diritto: con quest’accusa il gip di Messina ha disposto il sequestro di un milione di euro ritenuto frutto di elusione alla società di navigazione privata Caronte&Tourist. Il trucco, secondo la Procura, consisteva nel dare a noleggio una nave pagando solo il 20% di tasse sui ricavi, sfruttando una norma che però nel loro caso non si poteva applicare: dopo la recente sanzione dell’Antitrust per 3,7 milioni di euro, un altro duro colpo per la società di navigazione che gestisce l’attraversamento dello Stretto (ma non solo). Secondo gli accertamenti della Guardia di finanza, l’agevolazione dell’80 per cento autoapplicata dalla Caronte è esclusa quando il noleggio è a scafo nudo, ovvero quando si cede solo l’imbarcazione, senza fornire l’equipaggio e senza gestirne la manutenzione. Uno sconto, dunque, al quale la società non aveva diritto. I finanzieri messinesi hanno rilevato l’elusione di circa 350mila euro l’anno per tre anni: 2016, 2017 e 2018. Per questo la Procura guidata da Maurizio De Lucia ha chiesto e ottenuto il sequestro, finalizzato alla confisca, di 1.047.597 euro.

Una somma che si aggiunge ai 3,7 milioni imposti come dall’Antitrust a compensazione dell’esosità delle tariffe. Lo scorso aprile, infatti la Caronte era stata sanzionata per dall’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato al termine di un’istruttoria aperta nel 2018 dopo la denuncia di un consumatore, che aveva accertato che la società praticava prezzi troppo alti in regime di monopolio di fatto: 36,50 euro per andata e ritorno in giornata la tariffa per l’attraversamento in macchina dalla sponda calabra a quella siciliana (da dicembre è in vigore uno sconto del 3 per cento). Ultimamente Liberty Lines e Caronte&Tourist, consorziate nella Società di navigazione siciliana, avevano previsto per maggio persino un aumento delle tariffe dei collegamenti in aliscafo per le isole minori: rincari del +35% per i residenti e +50% per i turisti, dovuti – secondo i vertici delle due compagnie – ai rincari del carburante, nonostante il finanziamento da 55 milioni l’anno che la società riceve dal ministero dei Trasporti. L’aumento previsto è stato poi scongiurato dall’intervento dell’assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone, dopo la protesta dei sindaci delle Eolie, delle Egadi e di Ustica.

Nel 2019 è stato annunciata l’entrata nella compagine societaria del fondo inglese Basalt, con una quota del 30%. Nella visura però Basalt non compare e risulta invece un 30% detenuto da Ulisse Italia Srl, società nata nel 2018, presieduta dall’inglese John William Hanna Holt e totalmente partecipata da Ulisse Lux 2 S.a.r.l, società che ha sede in Lussemburgo, noto paradiso fiscale. Le altre quote sono ripartite tra la famiglia Matacena e la famiglia Franza, nella cui quota riconducibile all’ex deputato Francantonio Genovese, condannato in via definitiva per lo scandalo sulla Formazione professionale.

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