Nel 2021 sono stati 5.316 i casi di pedopornografia trattati dalla Polizia Postale, in crescita del 47% rispetto all’anno precedente (3.243). È uno dei tanti dati forniti dal dossier “L’abuso sessuale online in danno dei minori“, a cura del Centro Nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (C.N.C.P.O) del Servizio di Polizia postale e delle comunicazioni di Roma – con la collaborazione di Save the Children – pubblicato in occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia.

Adescamento online La pandemia ha determinato uncambiamento nelle abitudini delle persone, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo di Internet, che ha permesso di mantenersi in contatto con il prossimo. Tuttavia, l’uso massiccio del computer ha coinvolto anche la devianza online, incrementando la presenza di pedofili, pedopornografi e adescatori e determinando un aumento significativo dei relativi reati. “Nel 2021 un numero crescente di minori ha corso il rischio di essere approcciato online da soggetti adulti – spiega il report – interessati ad intraprendere conversazioni sessuali, a farsi inviare immagini private, sino ad arrivare a richiedere incontri sessuali off-line“. Lo studio mette in evidenza anche le differenze tra chi ottiene e invia contenuti audiovisivi e chi – cosiddetti groomer – sfrutta a proprio vantaggio le vulnerabilità dei minori: “Rispetto al numero complessivo degli adulti indagati per lo scambio di materiale pedopornografico (1421 soggetti), i groomer (208 soggetti) sono una porzione più esigua (15%) ma è evidente che la capacità criminale che sottostà a questo modus operandi è decisamente più complessa e si basa su una conoscenza approfondita dei linguaggi, delle abitudini d’uso e delle fragilità proprie delle vittime“.

Chi sono le vittime “Nel corso del 2021 sono stati 531 le bambine, i bambini e gli adolescenti approcciati sul web da groomer, la stragrande maggioranza di essi (338 minori) hanno un’età inferiore ai 13 anni“, precisa lo studio realizzato dal Centro Nazionale. Si tratta di “bambini lasciati liberi di esplorare, pieni della fiducia tipica della loro età, che hanno incontrato la scaltrezza di adulti deviati che li hanno indotti ad avvicinarsi ad una sessualità tecnomediata di tipo abusante“. Stando ai risultati ottenuti dalle analisi, il genere non è un fattore discriminante, in quanto “maschi e femmine sono pressoché in egual misura protagonisti dei casi di adescamento online intercettati dalla Polizia Postale”. Diverse le tattiche utilizzate da chi si trova dall’altra parte dello schermo: “Talvolta l’illusione di un amore, a volte la promessa di una carriera da influencer oppure il miraggio di un provino in una squadra di calcio, rendono gli approcci differenti nelle modalità ma analoghi nel potenziale di aggancio tra groomer e piccola vittima”.

I canali più utilizzati In gran parte, l’adescamento dei minori avviene sulle piattaforme di messaggistica istantanea (165 casi nel 2021) e sui social network (301). D’altra parte, i pedofili hanno compreso nel tempo l’attrattiva esercitata dai giochi di ruolo e dai videogiochi online sui più piccoli. Ciò ha indotto i groomer a concentrare la loro attenzione anche sulle piattaforme di gaming, sfruttandone i servizi di chat: 28 i casi riportati di adescamento con questo mezzo.

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