Ci sono libri che danno voce solo agli insegnanti, altri solo ai presidi, altri ancora ai genitori. Ora o mai più. Riprendiamoci la scuola. Le storie di chi ha il coraggio di costruire il futuro (Chiarelettere) scritto dalla giornalista Sabrina Carreras ha il pregio di dare voce a tutti gli attori che stanno sul palco dell’istruzione. Il libro, forse persino un po’ troppo voluminoso ma molto scorrevole, prende i mano i problemi che hanno messo le radici nella scuola per proporre anche delle soluzioni attraverso le testimonianze raccolte dall’autrice andando su e giù per l’Italia e per l’Europa.

Il testo, pubblicato da Chiarelettere è una sorta di continuo confronto tra il destruens (necessario quando si parla di scuola) e il costruens (spesso dimenticato quando si parla di scuola). Il percorso che propone Carreras parte da un classico tema: l’edilizia scolastica. La giornalista che ha lavorato con Riccardo Iacona, con il perfetto stile da reporter, racconta come buona parte delle scuole italiane soffrano di incidenti, di crolli, di ricostruzione mai viste o troppo lente.

Un panorama sconfortante al quale viene contrapposta un’esperienza unica: nelle Marche c’è la scuola più sostenibile d’Italia. “Per costruirla – racconta l’autrice – il Comune ha demolito un vecchio magazzino di sua proprietà. Da una parte ha evitato un nuovo consumo di suolo e dall’altra ha guadagnato un luogo centrale nella città, ben servito dai mezzi pubblici e dotato anche di una pista ciclabile, Ogni dettaglio è stato curato: sono state installate rastrelliere per le biciclette; una colonnina per la ricarica dei veicoli elettrici e parcheggi per il carpool o i veicoli a bassa emissione”.

Altro esempio positivo arriva dal Trentino Alto Adige dove hanno progettato un edificio a partire dalla pedagogia: “Ogni progetto architettonico deve essere preceduto da un piano organizzativo a indirizzo pedagogico”. Tra i tanti temi che affronta il libro ci sono le questioni legate al tempo pieno che non è lo stesso in Piemonte rispetto alla Sicilia o alla Calabria e alla matematica ancora troppo lontana dalle ragazze.

Il fiore all’occhiello di Ora o mai più è l’occhio di riguardo alla scena europea. Carreras ci porta, ad esempio, in Finlandia: “Quando sono entrata nella prima, seconda e terza scuola finlandese era appena suonata la campanella: non ho impiegato molto tempo a capire che in Finlandia le pause a scuola sono frequenti. La campanella suona ogni quarantacinque minuti perché in ogni scuola, di ogni ordine e grado, c’è una pausa obbligatoria di quindici minuti dedicata al gioco libero e al realax”.

Tra i capitoli spunta anche un tema coraggioso: la parità di genere che nella scuola va vista al contrario rispetto a molti altri luoghi di lavoro. “Da dove ripartire – si interroga la scrittrice – per riportare i maestri nella nostra scuola pubblica? La soluzione più ovvia sarebbe quella di rendere questa professione più attraente: aumentiamo lo stipendio agli insegnanti, permettiamo loro scatti di carriera e vedrete che anche gli uomini cominceranno ad arrivare. Questo in un mondo ideale. In un mercato del lavoro come quello italiano dove gli uomini, a differenza delle donne, guadagnano meglio, questa soluzione liberale a un problema democratico risulterebbe costosa”.

Una riflessione che va ben oltre – come dice anche Carreras – alle questioni economiche: forse come fa l’autrice del libro vale la pena guardare anche in questo caso al resto dell’Europa.

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