Cultura

Donatello, dopo 40 anni una nuova mostra dedicata al “maestro dei maestri”. Oltre 130 opere dal mondo arrivano a Firenze per celebrarlo

"Donatello, il Rinascimento" sarà inaugurata il 19 marzo sia a Palazzo Strozzi, sia al Museo Nazionale del Bargello. Il curatore Francesco Caglioti: "È un artista colossale, più importante di Giotto, Raffaello o Caravaggio perché quei tre hanno rivoluzionato le tradizioni del loro tempo. Donatello ha rotto completamente con la tradizione"

di Marco Ferri

Nella primavera del 2022 Palazzo Strozzi di Firenze tornerà a ospitare una grande mostra dedicata al Rinascimento. In particolare al “maestro dei maestri”: Donato di Niccolò di Betto Bardi, in arte Donatello.

Si tratterà dell’ennesima tappa di un percorso iniziato quasi vent’anni fa – era il marzo 2004 – quando le sale del “più bel cubo del Rinascimento” ospitarono la mostra “Botticelli e Filippino. L’inquietudine e la grazia nella pittura fiorentina del Quattrocento” che condusse a Firenze alcuni dei capolavori più importanti dei due grandi artisti. Due anni dopo toccò a “L’uomo del Rinascimento. Leon Battista Alberti e le arti a Firenze tra ragione e bellezza”, la mostra curata da Cristina Acidini e il compianto Gabriele Morolli.

Trascorsero cinque anni e nell’autunno del 2011 a Palazzo Strozzi andò in scena “Denaro e bellezza. I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità” che mise in luce, se mai ve ne fosse stato bisogno, il forte legame tra soldi e committenza artistica.

Dopo gli appuntamenti dedicati alla pittura, nel marzo del 2013 fu inaugurata “La primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze 1400 1460”, a cura di Beatrice Paolozzi Strozzi e Marc Bormand.

Quindi la scultura rinascimentale è tornata protagonista nel 2019 con la grande mostra “Verrocchio. Il maestro di Leonardo”, curata da Andrea De Marchi e Francesco Caglioti. Proprio quest’ultimo sarà il curatore di “Donatello, il Rinascimento”, l’attesa grande esposizione che dal 19 marzo sarà inaugurata sia a Palazzo Strozzi, sia al Museo Nazionale del Bargello, confermando il tandem già sperimentato con Verrocchio, ma ribadendo che, dopo la riforma Franceschini del 2014, con la frantumazione del Polo Museale Fiorentino il Bargello è rimasto pressoché orfano di grandi mostre di scultura che negli ultimi 15 anni avevano rappresentato una piacevole costante grazie alle esposizioni dedicate a Giambologna (2006), a Desiderio da Settignano (2007), al restauro proprio del David di Donatello e ai bronzi di Vincenzo Danti (2008), ai marmi di Gian Lorenzo Bernini (2009), a Bartolomeo Ammannati (2011) e a Baccio Bandinelli (2014).

Comunque sia, a primavera Donatello sarà la superstar di Palazzo Strozzi e del Bargello, dove si trova un’altissima concentrazione dei suoi capolavori: dal San Giorgio al David bronzeo (primo corpo nudo raffigurato a tutto tondo e senza essere legato a un elemento architettonico dopo l’età classica), dal David marmoreo all’Attis.

Alcuni dettagli della mostra sono stati rivelati da Arturo Galansino (Direttore generale di Palazzo Strozzi) e da Francesco Caglioti (curatore della mostra) all’edizione online di The art newspaper: “Le sue innovazioni hanno dominato gli artisti per 150 anni dopo – ha detto Galansino -. Michelangelo, Raffaello, Leonardo, tutti guardavano a Donatello”. Ciò nonostante, per quasi 40 anni nessuno si è cimentato nella preparazione e cura di una mostra dedicata a questo straordinario artista. La prossima primavera il gap verrà colmato perché nelle due sedi espositive fiorentine si potranno ammirare circa 130 opere, tra bassorilievi realizzati da Donatello per il Battistero di Siena e per la Basilica di Sant’Antonio a Padova, statuine devozionali più piccole, crocifissi lignei dipinti e reliquiari. Le opere in prestito giungeranno da alcune sedi italiane, da musei statunitensi, dal Louvre di Parigi e dal Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Secondo Galansino la mostra dovrà dimostrare “come Donatello abbia influenzato i suoi contemporanei – Brunelleschi, Masaccio, Mantegna, Bellini – ma anche come la sua visione artistica abbia regnato sovrana fino all’arrivo di Caravaggio. Questo non è mai stato fatto prima”. Da parte sua Francesco Caglioti, curatore della mostra, non risparmia i superlativi: “È un artista colossale, più importante di Giotto, Raffaello o Caravaggio perché quei tre hanno rivoluzionato le tradizioni del loro tempo. Donatello ha rotto completamente con la tradizione, prendendo ispirazione dall’arte dell’antichità e del Medioevo e mescolando tutti questi elementi con la sua visione per creare un linguaggio completamente nuovo per l’arte”.

La mostra fiorentina proseguirà fino a luglio 2022, poi versioni ridotte dell’esposizione saranno visibili alla Gemäldegalerie di Berlino da settembre a gennaio 2023 e a seguire al Victoria and Albert Museum di Londra.

Foto Andreas Praefcke/Wikipedia

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