All’indomani della terza udienza del processo a carico dell’ex pm Maria Angioni, accusata di false dichiarazioni a pm, ho letto alcuni articoli dove si dichiarava che il magistrato lo scorso 28 gennaio avrebbe ritrattato le informazioni rese alla Procura di Marsala circa i sospetti sull’operato degli uomini del Commissariato P.S. di Mazara del Vallo e della Questura di Trapani nel periodo del rapimento di Denise Pipitone.

Come ha tenuto a precisare la stessa dottoressa Angioni, in realtà non c’è stata alcuna ritrattazione e il giudice monocratico Giusy Montericcio ha rigettato la richiesta di proscioglimento avanzata dal pm Roberto Piscitello dopo che la Angioni ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee all’inizio dell’udienza. Secondo Piscitello l’udienza non era la sede in cui accertare cosa fosse accaduto nel novembre 2004 e i fatti contestati alla Angioni erano stati sostanzialmente ritrattati ma la giudice Montericcio, dopo una breve camera di consiglio, ha ritenuto che non ci sia stata alcuna ritrattazione e ha accettato la maggior parte dei testimoni che la Angioni ha chiamato in causa per la prosecuzione del processo.

In particolare, durante la sua dichiarazione spontanea, la dottoressa Angioni ha affermato che, solo un paio di anni prima del sequestro di Denise Pipitone, i rapporti fra la Procura di Marsala e i diversi esponenti, anche di vertice, del Commissariato P.S. di Mazara del Vallo e della Questura di Trapani erano tesi e tali da non rendere opportune deleghe di una certa rilevanza alla Polizia di Stato. La Angioni ha fornito documenti e atti del procedimento n.1010/1 RGRN che comprendono intercettazioni nei confronti di malavitosi che ammettevano di poter contare su informatori e spie presso il Commissariato di Mazara del Vallo e presso la Questura di Trapani e altre intercettazioni nei confronti dei due Uffici in questione che minacciavano addirittura di far saltare l’allora Procuratore della Repubblica di Marsala.

Per questi motivi, appena il pm primo assegnatario del fascicolo sul rapimento di Denise Pipitone fu trasferito ad altra sede nel dicembre 2004, la Angioni incaricò della gran parte delle indagini del sequestro non più gli uffici di P.S., bensì la sezione di P.G. Aliquota Carabinieri, che dipendeva direttamente dal Procuratore, assicurando la massima fedeltà. Maria Angioni riferisce che durante una riunione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che si tenne nei primi mesi del 2005, due rappresentanti delle Istituzioni, il dott. Lucio Carluccio, all’epoca capo del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine e l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta, chiesero a Piera Maggio e all’avvocato Giacomo Frazzitta spiegazioni riguardo ai problemi nei rapporti fra la Procura e gli esponenti della P.S.

La Angioni aggiunge di aver appreso dai militari dell’Arma dei Carabinieri, in particolare dal maresciallo Francesco Di Girolamo, che negli anni 2004-2005 giravano per Mazara del Vallo agenti dei Servizi Segreti e questo fatto, mai sconfessato, rendeva le indagini ancora più complicate. Maria Angioni aggiunge anche di aver chiesto più volte al tecnico Paolo Agate la bonifica del suo ufficio perché, secondo lo stesso Agate, vi era la possibilità che all’interno del server che conteneva registrazioni di conversazioni poi scomparse fosse stato installato un dispositivo d’ascolto. Tra i testimoni ammessi dalla giudice Montericcio compaiono Piera Maggio, l’ex Procuratore di Marsala Antonino Silvio Sciuto, l’ex sostituto Luigi Boccia, gli allora consulenti della Procura Luigi Simonetto, Paolo Agate e Gioacchino Genchi, l’ex dirigente del Commissariato di Mazara Antonio Sfamemi, la fidanzata ed in seguito moglie di quest’ultimo Stefania Letterato, i due marescialli dei Carabinieri Francesco Lombardo e Francesco Di Girolamo.

La giudice Montericcio si è riservata sulla decisione di sentire come testimone anche il direttore dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna Giovanni Caravelli. Per la dottoressa Angioni l’esito della terza udienza è stato un successo perché la mancata ritrattazione ha significato la continuazione del processo e la convocazione di testimoni che potranno aiutare a fare luce sul rapimento di Denise Pipitone.

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