Ha impiegato solo una settimana Matteo Salvini a trasfigurarsi da laborioso kingmaker delle elezioni del nuovo presidente della Repubblica al frontman del disastro.
Tutto è cominciato la scorsa settimana con il leader della Lega che ai microfoni dell’emittente di partito, Radio Libertà, annunciava che non ci sarebbe stato un presidente della Repubblica di centrosinistra ed è finita con lo stesso Salvini che oggi davanti a Montecitorio annuncia di votare per un presidente della Repubblica di centrosinistra.

Negli ultimi giorni, assieme al mantra “la sinistra non metta veti”, ha snocciolato rosari di nomi che puntualmente, nelle votazioni di questa settimana, si sono risolti in un sonoro flop. Da Nordio a Pera, da Letizia Moratti a Elisabetta Casellati, dal tormentone “un presidente donna” allo slogan “nomi di spessore”, il ricco patchwork dei candidati proposti dal leader della Lega si è rivelato una specie di Frankeistein cucito in fretta e furia in nome di un pedigree raccogliticcio, che ha seminato solo macerie.

Alla fine, il capolavoro politico di Salvini, che pur ha avocato a sé l’idea del Mattarella bis, è stato indubbio: ha indispettito Forza Italia, ha frantumato il centrodestra, ha rafforzato Giorgia Meloni, ha irrobustito l’asse Pd-M5s. Ma, come si evince da questo video-blob, bisogna dargli atto di un fatto incontrovertibile: ci ha provato, sfidando quasi l’accanimento terapeutico.

Articolo Precedente

Quirinale, Mattarella e il cambio di idea sulla rielezione. Il ruolo di Draghi e “l’avvertimento” che ha messo fuori gioco ogni alternativa

next
Articolo Successivo

Quirinale, nel M5s inizia subito la resa dei conti. Conte dice che “servirà un chiarimento”. E Di Maio lo accusa subito in piazza

next