L’ex sindaco di Livorno Filippo Nogarin è stato rinviato a giudizio dal gup livornese per omicidio colposo plurimo nell’ambito del procedimento per l’alluvione nella città toscana del 10 settembre 2017 in cui morirono otto persone. Lo stesso gup ha invece assolto Riccardo Pucciarelli, l’ex comandante della polizia municipale allora a capo della protezione civile comunale, che aveva scelto il rito abbreviato. Il processo si aprirà il prossimo 12 maggio davanti al giudice monocratico Ottavio Mosti.

L’inchiesta che ha portato a giudizio Nogarin – eletto sindaco di Livorno per il M5s nel 2014 – fu aperta il giorno dopo l’improvvisa ondata di maltempo che scaricò una enorme quantità d’acqua su Livorno. La devastazione fu provocata da tre torrenti ‘tombati’: acqua, fango e detriti invasero di notte le case che si trovavano lungo i loro corsi e portarono via otto persone tra le quali un bimbo di 4 anni, i suoi genitori e il nonno. Le indagini, inizialmente contro ignoti, portarono nel gennaio 2018 al coinvolgimento di Nogarin: a rivelarlo fu lo stesso ex primo cittadino su Fb, spiegando di essere stato interrogato dai pm della procura livornese. La procura contestava a Nogarin e a Pucciarelli, oggi assolto, non la mancata previsione di quanto accadde ma in sostanza l’inerzia delle loro condotte quella notte quando tra l’altro non fu lanciato alcun allarme alla popolazione.

Nogarin ha sempre rivendicato la correttezza della condotta tenuta la notte della tragedia che, sono le sue parole nella relazione di fine mandato nell’aprile 2019, “ha segnato me e la mia anima in modo indelebile”: “Vedere otto persone perdere la vita in poche ore, nella propria città, quando tutti pensavamo di essere al sicuro, non è accettabile”. L’ex sindaco ha detto all’Adnkronos di essere “felice che Riccardo Pucciarelli sia stato assolto” e “sereno sull’esito del processo nei miei confronti: grazie all’enorme quantità di materiale tecnico e indipendente che abbiamo raccolto, dimostreremo la correttezza anche del mio operato. Ciò che fa male è sapere che ancora per qualche anno dovrò condurre un’esistenza sospesa”.

Tra i fatti contestati dalla Procura, guidata dal procuratore capo Ettore Squillace Greco, all’ex primo cittadino l’avere smantellato la struttura della protezione civile, nominando al vertice della stessa Pucciarelli, comandante dei vigili urbani in possesso solo di una laurea scienze politiche, al posto del precedente responsabile che avrebbe avuto una qualifica ben più adeguata. All’ex sindaco era stato contestato anche di non aver avuto alcun contatto telefonico con il Comune o con gli altri enti che erano addetti ai soccorsi per l’intera notte del disastro.

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