di Bruno Maggioni

In questa celebrazione continua dei no-vax come analfabeti, violenti, egoisti e asociali e dei sì-vax responsabili ed empatici oltre che protetti, c’è qualcosa che non funziona. Oltre al fatto che una discussione serena sarebbe più civile e più democratica e i giornalisti dovrebbero prendersi carico di questo, sia selezionando gli interlocutori che riportando le discussioni su fatti e logica, si deve considerare che forse non si stanno valutando bene i fatti e quindi le misure che si adottano.

Voglio dire che identificare i no-vax come il problema di tutto è la soluzione che fa piacere a tutti perché semplice da capire e tutti si sentono a posto: hanno adempiuto ai doveri sociali vaccinandosi e sono addirittura altruisti perché chi si vaccina fa un “gesto d’amore”. Commento questa ultima cosa solo dicendo che trovo difficile sentirmi altruista mente mi accingo a fare la terza dose quando nel mondo la maggior parte della popolazione non è ancora vaccinata. Stessa cosa per la presunta generazione delle varianti per colpa dei no-vax che permettono al virus di circolare e mutare: in un mondo globale dove si viaggia dappertutto, si è visto che i miliardi di non vaccinati degli altri paesi ci hanno istantaneamente mandato a domicilio la variante Omicron. Quindi, fare una dose a tutto il mondo, magari iniziando da noi perché comunque un po’ di egoismo non guasta, e poi passare alle seconde dosi sarebbe stato molto più logico ed efficace.

Le irrazionalità o gli errori evidenziati sono molti a partire dall’impreparazione del nostro sistema sanitario e delle relative strutture. Una volta che la pandemia è stata conclamata e si vede di non avere un sistema adeguato perché non si cerca di sistemare? Se degli errori sono comprensibili all’inizio vista la situazione mai vista prima con cui ci si è confrontati, ormai andiamo verso i due anni dall’inizio della pandemia, ma ancora abbiamo poche terapie intensive, non abbiamo strutture sufficienti per trattare malattie infettive come il Covid (che ancora succederanno) senza bloccare le altre terapie perché abbiamo chiuso e non riaperto tante strutture ospedaliere e non assunto medici e paramedici come sarebbe stato necessario.

La mancanza di critica non permette di considerare e affrontare semplici problemi tecnici come per esempio il fatto che un plurivaccinato, che, come si sa, può ancora essere infettato e risultare positivo al Covid, per il momento rimane in possesso del suo Super Green pass perché non può essere ritirato o cancellato. Quindi, ha accesso a tutti i posti dove i no-vax (anche se negativi) non hanno accesso, pur essendo positivo ed infetto.

Il vaccino, ci dicono, è la soluzione. Poi hanno una copertura che decade nel tempo, 12 mesi, poi 9. Adesso dicono che dopo 5 mesi hanno efficacia del 35%. Forse si dovrebbero considerare altri vaccini, a partire da quelli già in circolazione e testati su milioni di persone come quello cinese e quello russo. Se non sono ragioni economiche a guidare le scelte, perché non consideriamo anche gli altri? Perché i vaccinati con questi vaccini “al di là del blocco”, non possono avere il Gp e devono rivaccinarsi con i vaccini in uso da queste parti? Perché non togliamo i brevetti?

Invece di andare ad intervistare per strada i no-vax, si dovrebbe evitare di ridicolizzare Montagnier, il premio Nobel per studi sull’Aids (che è un virus!), come ha fatto Bassetti, solo perché pone dei dubbi su alcuni aspetti dei vaccini in uso o demonizzare e bandire intellettuali, filosofi o radiare dall’ordine medici che hanno espresso dei dubbi sui vaccini in uso. E dico vaccini “in uso” perché le critiche non sono ai vaccini in generale perché si tratta di no-vax per religione, ma sono critiche ai prodotti commerciali o alle misure prese riguardo ai vaccini selezionati.

Un atteggiamento bilanciato, aperto, di discussione permetterebbe una maggiore efficacia e penso toglierebbe molti dubbi sui possibili “complotti” dando fiducia a chi non ce l’ha.

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