Dopo la crisi agitata su catasto e discoteche, Mario Draghi e Matteo Salvini si ritrovano al tavolo della pace. L’incontro tra i due, iniziato alle 16.30 a palazzo Chigi, è durato un’ora esatta. “Un’ora di confronto con il presidente Draghi. Incontro molto utile: proposte e soluzioni condivise e impegno a confrontarci sul futuro dell’Italia ogni settimana. I giornali scrivano ciò che vogliono: un rapporto leale, franco e diretto risolve ogni problema e trova soluzioni”, twitta il leader della Lega. E aggiunge: “Ripartire con il 35% di capienza non è possibile, ho chiesto di riaprire subito con numeri più alti le discoteche” e di “accelerare sulla ripartenza” di “attività culturali e sportive“. Infine, Salvini fa sapere di aver chiesto “che la durata dei tamponi salga da 48 a 72 ore, come previsto dagli altri Paesi europei, e l’estensione dell’utilizzo di tamponi rapidi, gratuiti o a basso costo”. Una nota del governo, invece, fa sapere che al centro del colloquio – tenuto “in un clima cordiale e costruttivo” – c’è stato “il tema della crescita economica: è stato confermato l’impegno a evitare ogni aumento della pressione fiscale e a proseguire nel percorso delle riaperture, tenendo conto del miglioramento della situazione epidemiologica”.

Letta: “Il solito film”, Conte: “Difficile fidarsi” – Scettico il segretario del Partito democratico, Enrico Letta: “Salvini da Draghi? È sempre il solito film. Salvini racconta al paese una storia, poi va a Palazzo a Chigi e tutto torna come prima. Non mi sembra una grande novità. Ormai è anche stancante commentare questo giochino. Il problema non è del governo, è della Lega”, attacca. “Non so cosa voglia dire per Salvini “tutto chiarito”. Se lui continua così a cambiare con ripensamenti vari è davvero difficile fidarsi”, ha detto invece il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Prima dell’incontro a palazzo Chigi, il segretario leghista si è riunito per quaranta minuti circa (nel proprio ufficio al Senato) con il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti – considerato il suo principale avversario interno – e con il governatore del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. La delegazione del Carroccio, confermano fonti governative, sarà presente al Consiglio dei ministri di oggi, subito prima del quale Salvini ha incontrato anche i propri ministri. “Il governo sta scrivendo le norme sulle riaperture. Vediamo, stiamo lavorando al testo”, dice Giorgetti.

Draghi tira dritto: “Due Cdm a settimana” – Neanche 24 ore di minacce confusionarie, quindi, ed è bastata una tiepida rassicurazione per far rientrare le proteste del Carroccio: in mattinata Salvini ha provato a rilanciare dicendo che a preoccuparlo non è il premier, ma chi verrà dopo di lui. Ma dal fronte dell’esecutivo non danno segnali di preoccupazione. Anzi il presidente del Consiglio, intervenendo in conferenza stampa dopo la prima cabina di regia sul Pnrr, ha confermato la tabella di marcia: “Ho detto che faremo due Consigli dei ministri a settimana perché è un metodo lavoro che cerco di dare, non è che se sono 23 ci strappiamo i capelli. Saranno in media due a settimana, io comunque non ho mai detto che saranno 24, il calcolo lo avete fatto voi”, ha detto. E ha anche annunciato che andranno avanti su un altro tema delicato per la Lega: le concessioni balneari. “Sulla questione dei balneari ci stiamo pensando. Tra l’altro ci sono una serie di sentenze del Consiglio di Stato previste a breve e quindi è forse opportuno vedere cosa dicono”.

Salvini: “Mi fido di Draghi, ma tra un anno chi ci sarà?” – In mattinata Salvini, intervenendo a Rtl 102.5, ha provato a tenere il punto. Le provocazioni delle scorse ore vanno sicuramente valutate considerando il clima post elettorale: la sconfitta leghista alle amministrative ha spinto Salvini a provocare l’esecutivo fino ad arrivare a scongiurare una crisi. Parlando sullo stato di salute del Carroccio ha detto: “Sono titoli che leggo da anni, per tanti giornali la Lega è morta da anni, Salvini prende schiaffi da anni, ma noi siamo ancora qui. Al Consiglio dei ministri porteremo posizioni europeiste e chiederemo sostanziali riaperture. Nel programma di governo c’è il no a nuove tasse. Io mi fido di Draghi oggi ma tra un anno chi ci sarà? L’80% degli italiani ha una casa”. E ha aggiunto: “Chiedo di togliere quel comma dell’aggiornamento, tutto il resto va benissimo”.

Pd: “Lega in stato confusionale” – Netto il giudizio del Pd: “Salvini è una mina per il governo e per Draghi”, ha detto il vicesegretario dem Giuseppe Provenzano a SkyTg24. “Le elezioni hanno gettato in uno stato confusionale la Lega. Salvini segue il calendario elettorale, il suo è un fallo di reazione. Il vero sconfitto dalle amministrative è Salvini con la Lega”. Mentre il leader M5s Conte, ai giornalisti che gli hanno chiesto una previsione sulla durata del governo, ha risposto: “Non ho la palla di vetro, io posso rispondere del comportamento del M5s: una politica di leale collaborazione e di assoluta determinazione per accompagnare il Paese in questa fase. Noi siamo concentrati: messa in protezione dal punto di vista sanitario, compiere questo ultimo miglio, e poi fare applicare in modo efficace il Pnrr. Poi se altre forze politiche come la Lega hanno un atteggiamento ondivago questo ci preoccupa, ma non posso certo rispondere del loro operato. Obiettivamente i segnali che arrivano dalla Lega sono contrastanti: spero che possano trovare una sintesi politica e una linearità d’azione al più presto. Ovviamente questi continui cambiamenti potrebbero rendere molto difficoltosa l’azione del governo”.

Zaia: “Le due anime del partito? Entrambe fondamentali” – Intanto oggi aveva parlato anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, cercando di sminuire gli attriti. “Il dibattito è comprensibile, è il segno di una democrazia viva”, ha detto al Corriere della Sera. “Ma siamo in un progetto di governo e ci dobbiamo stare convintamente. Se ci sono dubbi vanno chiariti”. La Lega non ha ancora deciso se far prevalere l’anima di governo o quella di lotta? “Ma noi abbiamo milioni di anime. Questa specificità è sempre stata oggetto di dibattito. Le due componenti sono fondamentali, come due gemelli siamesi. L’una non può vivere senza l’altra. Una Lega senza lotta non sarebbe più la Lega, ma anche senza governo (penso ai nostri sindaci) non avrebbe senso. La vera abilità sta nel tenere vive le due anime evitando così che il treno deragli”.

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