Un commento a caldo.

Sono napoletana, ma voto a Milano. A Napoli ho fatto il tifo per l’unico candidato valido: Gaetano Manfredi. Mi piaceva il suo programma e soprattutto la squadra che lo ha sostenuto. Da Nino Daniele, filosofo, ex allievo di Aldo Masullo, ex assessore alla Cultura, maldestramente rimpastato da De Magistris, all’Assessorissima alla Regione, Armida Filippelli. La sua competenza alla Formazione Professionale è stata fondamentale.

Metti una sera un terrazzo che abbraccia Monte Di Dio e nuove idee. Anfitrioni il fior fior dei giuristi made in Naples, Pia e Ivan Filippelli (fratello di Armida) con l’ultima generazione di giuristi in erba, Giovanna, Giorgia e Giordana. La forza del clan, tutto per Nicola Pezzullo, il nipotissimo, avvocato penalista e pasionario che guarda a 360 gradi i problemi del territorio. Il suo modo di fare campagna elettorale all’americana, rione per rione, porta a porta, lo ha premiato.

In due parole il suo programma: “Il debito pubblico del Comune è di 2,7 miliardi di debiti, con questo fardello è impossibile andare avanti… e questo lo pagano alla fine i napoletani che pagano le tasse più alte d’Italia senza avere nessun tipo di servizio. I pullman non funzionano, strade piene di buche (e non siamo Roma) il verde pubblico è abbandonato, ecc…”. In scheda una preferenza andava anche alla neurologa Giovanna Servillo e al regista teatrale Michele Sorrentino Mangino, ideatore tra l’altro del “Palazzo Reale Summer Festival”. Se sommi le età dei due candidati non arrivi a quella di Antonio Bassolino, il vecchiotto che avanza.

E mentre nonna Nina, centenaria sorretta dal braccio del nipote Nicola, varcava la soglia elettorale, i maitre à penser napoletani si schieravano compatti proprio a favore di Bassolino. Non erano bastati i quasi 20 anni di potere afragolese/bassoliniano per giocarsi sul tavolo un’altra carta, quella della novità, come ha fatto la nonnina.

Gli interventi degli intellettualoidi strombazzati dalla local press ai social sono stati clamorosamente smentiti dai numeri. Manfredi stravince con oltre il 63% dei votanti, Bassolino scende all’8%. Peggio di lui solo la Clementina, l’Assessore ai Giovani, sponsorizzata a mezzo fiato da Luigi De Magistris, impegnato a sua volta nella corsa di governatore della Calabria. Incassando anche lì un’altra batosta.

Finalmente sindaco e governatore, Manfredi e De Luca, grazia e furia, andranno d’accordo, a braccetto, per il bene della città. E se vi capita di passeggiare sul Lungomare, provate a contare i tavoli. Il lungomare più bello del mondo è diventato una friggitrice en plein air, una chilometrica tavola calda tra mare e cielo. Che non venga in mente a nessuno di fare come il predecessore e mortificare il lungomare con la sagra della pizza, panzarotto e porchetta.

Intanto Di Maio gongola: non dovrà ritornare allo stadio a vendere bibite se il modello/alleanza Pd e Cinquestelle funziona. Conte è corso a Napoli e a favore di telecamere ha abbracciato Manfredi, sfidando anche le norme di distanziamento. Adesso zitti tutti, lasciamolo lavorare. Detto inter nos, che Manfredi tifi Juventus a me non interessa un fico secco. Basta solo che mi faccia il tifo per la città.

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