Di fronte ad un alunno positivo al Covid, non sarà più l’intera classe ad andare in quarantena ma solo i compagni di banco. L’idea arriva dalla Regione Lazio che sta mettendo a punto un modello simile a quello già adottato dalla Germania e utilizzato dalle compagnie aeree. Il nuovo piano messo in pista dall’assessore alla Salute della giunta Zingaretti, Alessio D’Amato, è stato pensato per arginare l’esplosione della didattica a distanza che da Nord a Sud ha già registrato migliaia di casi: se ne contano almeno 15 mila in pochi giorni di scuola. L’annuncio “Mai più dad” del ministro Bianchi si è scontrato con la realtà dei fatti: in Piemonte son già 74 le classi a casa; 57 in Alto Adige; 41 nel fiorentino e nel barese; 137 casi positivi nelle scuole delle province di Milano e Lodi per un totale di 90 classi isolate; 15 classi vuote anche a Genova; in Emilia Romagna a fine settimana si registravano 1.700 in dad mentre in Toscana 3800 studenti fanno già lezione da casa.

Avanti di questo passo, nel giro di poco tempo, ci potremmo trovare con la scuola di nuovo in ginocchio e le conseguenze già viste (vedi risultati Invalsi) incrementate da un altro anno a singhiozzo. Un’ipotesi che le Regioni e il Governo vogliono evitare in tutti i modi. I governatori hanno fretta e non intendono aspettare più di tanto il parere del Comitato tecnico scientifico e il successivo provvedimento del Governo. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha dimostrato una certa apertura nei confronti dell’idea delle “bolle”: “E’ chiaro che siamo nell’alveo delle scelte che la politica deve fare sulla base anche delle indicazioni scientifiche del Comitato tecnico. Però una riflessione la dobbiamo fare perché l’obiettivo che abbiamo raggiunto è stato iniziare l’anno scolastico in presenza ma adesso l’obiettivo più grande è proseguire in presenza”.

A manifestare perplessità, alla proposta del Lazio, sono i docenti e molti presidi che fanno rilevare che a differenza di un volo aereo, i ragazzi in classe e non solo si spostano. Un ragionamento logico quello avanzato da maestri e professori che ben conoscono la realtà di ciò che accade dentro le mura di un istituto scolastico. Intanto accanto a questa idea spunta anche la possibilità di diminuire i giorni di quarantena (da 7 a 5) per gli studenti vaccinati reputati contatto “stretto” di un compagno colpito dal Covid-19. La conferma arriva dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: “Ci si sta lavorando. Vanno acquisti ulteriori dati: tutto dipenderà – ha spiegato il medico a “Timeline”, su Sky TG24 – da quella che sarà la circolazione del virus nelle prossime settimane, ma è inevitabile che questo accadrà. Direi che, sulla scuola, già tra due-tre settimane potremo fare un punto, intorno al 10 di ottobre”.

Con il decreto Green pass scuola approvato giovedì dal Senato cambiano anche le regole sull’utilizzo delle mascherine per il personale preposto alle attività scolastiche e didattiche nei servizi educativi per l’infanzia, nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole di ogni ordine e grado: dove sono presenti bambini e alunni esonerati dall’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, è assicurata la fornitura di mascherine di tipo Ffp2 o Ffp3. Lunedì si parte, invece, con i test salivari a campione. In Emilia, ad esempio, saranno 6600 studenti ad essere coinvolti: si parte a Reggio Emilia e Forlì; si prosegue martedì a Rimini poi Cesena e Ravenna. Una prova del nove che metterà a punto il tracciamento.

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