Il migliore commento alla “riforma” Cartabia che ho avuto occasione di leggere in questi giorni è quello di Massimo Villone, un acuto costituzionalista che certamente non è né grillino né manettaro. Villone ha detto che la “riforma” in questione costituisce la rivincita di Tangentopoli. Ed è a tutti evidente, in effetti, l’intento di debilitare la giustizia penale, orientandola solo verso determinati reati e non altri, come quelli contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione, ecc.), quelli ambientali ed altri ancora. Se ciò non bastasse il Parlamento darà il suo indirizzo a giudici e pubblici ministeri. E già si riparla di separazione delle carriere ed abolizione dell’abuso d’ufficio.

La destra è scatenata contro la magistratura e non mi pare che l’azione di contenimento dei danni intrapresa da Conte possa risultare pienamente soddisfacente, anche se qualche risultato è stato ottenuto. Si tratta di tema essenziale per lo Stato di diritto ed occorrerebbe un’opposizione ben più dura e di principio. Stupisce quindi che l’Associazione dei giuristi democratici mantenga un silenzio di tomba sulla “riforma”. Ha preso posizione invece il Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia (Cred) il quale, in un comunicato precedente all’accordo raggiunto in seno alla maggioranza, aveva denunciato che la “riforma” in questione “col pretesto di accorciare i tempi dei processi in conformità a una richiesta dell’Unione europea, rischia di rottamarne moltissimi, in molti casi di grande importanza per la salvaguardia della legalità e dei diritti dei cittadini italiani”. Giudizio che rimane valido, insieme alla richiesta di depenalizzare molti reati, in particolare quelli connessi al conflitto sociale.

E’ peraltro evidente che siamo solo all’inizio di un’offensiva a largo raggio della destra politica, sociale e culturale del nostro Paese. Il prossimo obiettivo sarà il reddito di cittadinanza su cui già si appuntano gli strali di un Renzi in versione apertamente sadica, che afferma che la gente, in particolare i giovani, “deve imparare a soffrire”. Il modello è più che mai Bin Salman e il suo rinascimento saudita, del quale – come si ricorderà – Renzi invidiava soprattutto il basso costo del lavoro. A quando l’introduzione delle frustate per i dissidenti? (Di taglio della mano per i ladri non si parla per ovvi motivi).

Non dimentichiamo peraltro che il ruolo di Renzi fu decisivo nella sostituzione di Conte con Draghi. Ed è sempre più chiaro come il modello di società verso la quale Draghi ci sta portando è quella improntata al dominio assoluto del capitale. Questo lo vediamo in ogni campo: dalla giustizia, dove per l’appunto si vogliono limitare i poteri di giudici che si mettessero in testa di essere indipendenti ed applicare la legge, venendo a costituire ostacoli intollerabili al funzionamento del capitalismo in tutte le sue forme, comprese quelle apparentemente illegali – si tratti di disastri ambientali, di omicidi sul lavoro, di corruzione, di riduzione in schiavitù o di molte altre manifestazioni degli spiriti animali della “libera impresa”.

Il disastro ambientale più grande e irreversibile lo stiamo del resto vivendo in questi giorni torridi, col cambiamento climatico che renderà invivibili nei prossimi anni porzioni sempre più vaste del pianeta. Si è parlato di Belgio, Germania, Stati Uniti, Canada. Meno di Cina e Siberia. Quasi per niente di Burundi e di altri luoghi situati nella parte più povera e dimenticata del pianeta. Ma tutto il pianeta sta bollendo per effetto del cosiddetto cambiamento climatico. E le ricette offerte dalla classe dominante sono drammaticamente inadeguate, sia a livello internazionale, sia a livello europeo, sia, soprattutto, a livello italiano, dove le isole bruciano e le zone prealpine sono inondate, e siamo solo all’inizio. Nel frattempo apprendiamo che i soldi del Pnrr saranno spesi per progetti ad impatto ambientale negativo, mentre si torna a parlare di Ponte sullo Stretto e si riprende lo scavo del Tav.

Sui vaccini, soluzione fondamentale del problema della pandemia, siamo sempre più in balia di Pfizer & C., che hanno fortemente rialzato i loro prezzi e presto decideranno se è necessaria o meno una terza dose. Ecco i risultati della folle politica di privatizzazione della salute e della ricerca che, nonostante la pandemia, sta conoscendo in questi giorni nuove tappe.

Giustizia, reddito di cittadinanza, catastrofi ambientali, salute. Quattro temi, ma molti altri potrebbero essere indicati, sui quali le soluzioni offerte da Supermario, l’esperto che sostiene che non sempre è il caso di sentire gli esperti, in combutta con tutti i ruderi vecchi e nuovi del sistema politico italiano, sono del tutto inadeguate e anzi in molti casi radicalmente sbagliate. Sarebbe ora di muoversi alacremente verso la costruzione di un’alternativa a questo fallimento annunciato.

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