Dalla tarda mattinata di oggi sono tornati a funzionare i registri elettronici delle 2500 scuole che hanno un contratto con la società Axios Italia. Ad annunciarlo a ilfattoquotidiano.it è l’amministratore unico dell’azienda Stefano Rocchi che da venerdì scorso, dopo aver subito l’attacco hacker che ha messo fuori uso l’infrastruttura digitale di Axios, è al lavoro per rimettere in piedi il servizio essenziale per circa il 40% degli istituti del nostro Paese. Grazie al supporto di due società internazionali, Momit Srl e Swascan Srl, sono stati anticipati i tempi di ripristino dei registri: Rocchi aveva, infatti, inizialmente parlato di un riavvio da lunedì ma in queste ore è stato fatto tutto il possibile per creare meno disagi possibili ai docenti e alle famiglie degli alunni, arrivando a far funzionare la piattaforma, seppur con maggiore lentezza, già da oggi.

Maestri e professori sono così tornati a registrare presenze e assenze degli alunni, a mettere i voti, a comunicare con le famiglie dopo quasi una settimana di blackout dovuto a un attacco informatico con tanto di richiesta di riscatto non pagata. Sabato scorso la società era stata contattata via Telegram con una richiesta in lingua inglese con cui i cyber pirati volevano “diverse decine di migliaia di euro in bitcoin” in cambio di una chiave d’accesso che avrebbe consentito di ripristinare i registri. Una minaccia alla quale Rocchi, dopo essersi accertato che nessun dato fosse stato sottratto o fosse andato perso, ha risposto con una denuncia alla Polizia Postale. Immediatamente Axios ha aperto un “cantiere” per garantire un’ulteriore protezione. L’attacco ha sorpreso molte società concorrenti e molti dirigenti scolastici che hanno espresso solidarietà e vicinanza all’amministratore unico. Stamattina la buona notizia: alle 12,40 Rocchi ha comunicato la ripresa del servizio e già nel primo pomeriggio gli insegnanti si sono messi al lavoro per riportare quanto scritto su carta nella piattaforma.

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Attacco hacker all’azienda che gestisce 4 registri elettronici su 10. “Così ci hanno chiesto il riscatto in Bitcoin. Ma non pagheremo”

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