In Puglia qualche centinaio di operatori sanitari ha rifiutato il vaccino. Alcuni non l’hanno fatto per motivi comprovati, come donne in gravidanza, anche se non è assolutamente controindicato il vaccino. Siamo però una delle poche regioni italiane ad avere una legge specifica sul rifiuto vaccinale per questi operatori, che possono essere dichiarati dalle aziende sanitarie non idonei a svolgere le proprie mansioni“. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “24 Mattino” da Pier Luigi Lopalco, professore ordinario di Igiene all’Università di Pisa e assessore regionale alla Sanità in Puglia, a proposito della norma approvata lo scorso febbraio dal consiglio regionale pugliese. Il provvedimento, come spiega Lopalco, può comportare l’allontanamento di medici, infermieri e operatori socio-sanitari che si rifiutano di vaccinarsi contro il covid.


L’epidemiologo puntualizza: “Gli operatori sanitari che non si sottopongono al vaccino anti-covid vengono spostati ad altre mansioni oppure, se non esiste questa possibilità, vengono messi in ferie forzate. Proteste dei sindacati? E’ chiaro che un lavoratore cerchi di appigliarsi a qualsiasi cosa per evitare questo tipo di sanzione, però, anche se si tratta di una piccolissima minoranza di operatori sanitari no vax, è opportuno che anche il governo riesca a legiferare in merito. Sarebbe meglio per tutti, perché una legge nazionale ci solleverebbe da questo forte imbarazzo. E’ comunque fuori discussione che il rifiuto al vaccino da parte degli operatori sanitari – continua – non sia corretto dal punto di vista deontologico. La cosa più grave è che, secondo me, queste persone dovrebbero iscriversi nuovamente all’Università, perché o non hanno studiato oppure hanno studiato male oppure hanno studiato e non hanno capito quello che hanno studiato. Non capire dei principi basilari come il rapporto tra rischi e benefici durante una vaccinazione significa che davvero mancano le basi della scienza medica“.

Lopalco, infine, dà un quadro dello stato delle vaccinazioni in Puglia, in numero pari a 568.795 stando ai dati di ieri: “Il problema è che non arrivano i vaccini. C’è poco da fare. Possiamo mettere su qualunque tipo di organizzazione ma i vaccini non arrivano. Da oggi sono partite le prenotazioni dei vaccini per gli ultrasettantenni. Possiamo iniziare a vaccinare dal 12 aprile ma fino alla fine del mese abbiamo i vaccini in previsione solo per le fasce dai 76 ai 79 d’età. Gli altri dovremo vaccinarli a maggio, se arrivano i vaccini. Dobbiamo anche fare tante seconde dosi ma abbiamo scorte di riserva e questa settimana ne arriveranno altre”.
E chiosa: “In ogni caso, sono ottimista per questa fase della pandemia. Ma è un peccato, perché questa terza ondata, caratterizzata da tanta sofferenza e tanti decessi, forse sarebbe potuta essere mitigata, se avessimo avuto a gennaio e a febbraio qualche vaccino in più, come è successo nel Regno Unito. Non è colpa del governo Conte, né del governo Draghi. Sicuramente l’Europa non ha brillato per lungimiranza. E non ha fatto pesare tutta la sua forza economica sulle aziende per avere vaccini in più”.

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