“Potrebbe succedere, per intenderci, quello che è successo alla galleria Bertè a Genova”, ovvero un crollo della volta, che “potrebbe ricadere sui mezzi in transito”: questo spiega l’ingegnere Placido Migliorino, il tecnico inviato dal ministero delle Infrastrutture per controllare lo stato dell’A20, l’autostrada Messina-Palermo, dove di recente la procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha sequestrato 22 viadotti, ma già quella di Patti e quella di Messina erano intervenute con sequestri di altre porzioni.

L’ispezione di Migliorino si conclude con la richiesta di interdizione al traffico di due viadotti e 8 gallerie (cioè tutte quelle ispezionate, tutte in provincia di Messina, di cui 4 in tangenziale e 4 dopo Tindari in direzione Palermo), e un’interdizione al traffico speciale per tutti i lotti ispezionati (22 viadotti, 8 gallerie 5 cavalcavia), con un refrain che incessante ripercorre tutta la relazione: “Il Consorzio non ha prodotto la documentazione necessaria a dimostrare il raggiungimento di adeguati standard di sicurezza della circolazione”.

Nonostante le circolari che dal ministero obbligassero il Cas a produrre la documentazione nel tempo, questa documentazione, stando alla relazione di Migliorino, di fatto è assente. Mentre viadotti e gallerie sono in “stato avanzato di deterioramento”, come si evince dalla relazione che chiede l’interdizione totale del viadotto Furiano e del viadotto Pollina e di tutte le gallerie ispezionate dal super tecnico del ministero. I due viadotti si trovano nel tratto da Sant’Agata a Cefalù. Il Pollina è aperto al traffico pur mancando di collaudo statico dal 2004, anno in cui fu danneggiato da una frana che “ha rotto il cordolo di fondazione di un muro di contenimento ubicato in prossimità della spalla lato Me i segni di tale rottura sono stati riscontrati nel corso del sopralluogo e sono visibili nel volo del drone”.

Ma non solo. Durante l’ispezione Migliorino ha sentito Fabio Cafiso, consulente del Cas per la progettazione del pendio, che non ha “potuto escludere che l’evento franoso possa improvvisamente riattivarsi per effetto, ad esempio, di un sisma anche di bassa magnitudo o eventi esterni”. Ciò nonostante, il transito è consentito e per questo il super tecnico del ministero ne chiede l’urgente interdizione al traffico. Mentre per il viadotto Furiano, 892 metri e 9 campane, esiste un “elevato rischio di sicurezza della circolazione in quanto l’impalcato potrebbe uscire dall’impronta dei baggioli e cadere, per effetto ad esempio di azioni orizzontali i di un sisma di bassa magnitudo”.

Tutto questo mentre “in aree estese dalla A20” la pavimentazione è in “un avanzato stato di degrado” e “ne consegue un grave pregiudizio alla sicurezza della circolazione per la presenza di superfici di rotolamento, che oltre a presentare buche possono non essere in grado di fornire l’aderenza necessaria al regolare avanzamento dei veicoli”. Un’ispezione del ministero sulla A20, l’autostrada Messina-Palermo, gestita dal Consorzio autostrade siciliane che è un vero e proprio resoconto di un’assenza di manutenzione su varie porzioni della tratta autostradale, di totale assenza, nonostante le prescrizioni di legge, di documentazione e addirittura di transito consentito lì dove la legge lo vieterebbe.

Nel frattempo, si susseguono gli incidenti l’ultimo solo due giorni fa ha visto la morte di un giovane militare sceso dall’auto per dare soccorso sulla A20. Mentre la Codacons ha chiesto in una nota una task force per la manutenzione dell’A18 – la Messina-Catania, sempre gestita dal Consorzio siciliano – e la sospensione immediata del pedaggio. Da Salerno in giù, infatti, l’unico pedaggio autostradale riguarda le tratte gestite dal Cas da e per Messina (dove il consorzio che è un ente economico regionale ha sede).

“I rilievi confermano la bontà del piano dei lavori di messa in sicurezza programmato dall’attuale governance di Autostrade Siciliane”, ha detto il presidente del Cas Francesco Restuccia. “Rispetto agli anni precedenti potrei dire che ho trovato qualche carta in più, lì dove per il passato non ne esisteva alcuna e si attendono i risultati degli studi dell’Università di Messina, Catania ed Enna”, ha commentato al Ilfattoquotidiano.it l’ingegnere Migliorino. Che sulla richiesta di sospendere il pedaggio aggiunge: “In altre circostanze simili in altre parti d’Italia non si è stati insensibili a questo genere di richieste”.

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