La procura di Milano ha aperto un fascicolo modello 45, senza ipotesi di reato e senza indagati, per valutare la natura della consulenza da poco meno di due milioni e quattrocentomila euro lordi che la Casaleggio Associati ha fornito negli ultimi tre anni alla Philip Morris. È una storia come scritto ampiamente dal Fatto Quotidiano. Il procuratore aggiunto, Maurizio Romanelli, come riporta La Stampa, ha incaricato il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza degli accertamenti e le Fiamme gialle depositeranno una prima informativa.

Obiettivo degli accertamenti la natura del rapporto commerciale tra la società milanese e la multinazionale del tabacco. In caso di irregolarità si approfondirà se sussista un nesso tra quella consulenza ed eventuali interventi normativi favorevoli all’industria del tabacco presentati dal Movimento Cinque Stelle. E se ci sia stata una interferenza da parte di Casaleggio, che è anche presidente di Rousseau, la piattaforma web su cui vengono decise politiche e candidature del gruppo. “Non ho mai richiesto nulla per i clienti di Casaleggio Associati, a eletti o governanti del MoVimento 5 Stelle, mantenendo sempre una distinzione netta tra le due realtà”, ha spiegato due giorni fa Davide Casaleggio, aggiungendo che “Casaleggio Associati non si occupa di politica e dal 2016 gli sviluppi tecnologici a supporto del blog e del MoVimento 5 Stelle sono a cura e in gestione dell’Associazione Rousseau, un’associazione senza scopo di lucro con personale e sede distinti”.

La vicenda è tornata all’attenzione degli altri media dopo che l’eurodeputato Cinque Stelle Dino Giarrusso, ex Iena, dopo un servizio di Report sui finanziamenti ricevuti, aveva spiegato di aver ricevuto “un contributo come tutti i parlamentari del Movimento. Io odio il fumo, non ho nulla a che fare con la lobby del tabacco. Ho pensato solo: se hanno finanziato tutti gli eletti alle politiche del 2018, potranno finanziare anche me”. Qualche giorno dopo l’esistenza della maxi consulenza è stata riproposta dal quotidiano Il Riformista. Gli investigatori delle Fiamme gialle dovranno analizzare 49 fatture, che, stando alla Stampa, avrebbero cadenza mensile, per un importo che varia tra i 40 e i 50mila euro al mese. Due documenti contabili, del 14 novembre 2018 e del 25 novembre 2019, avrebbero invece un importo di 140mila euro ciascuna. Denaro, secondo Il Riformista, incassato nel periodo in cui sono state drasticamente abbassate dal Parlamento le tasse sulle sigarette elettroniche. Casaleggio ha risposto a questa presunta connessione annunciando querele e parlando di “teorie fantasiose”.

La Philip Morris Italia, intanto, ha presentato una querela per diffamazione contro Il Riformista sostenendo che si tratta di “una grave campagna diffamatoria. Diversamente da quanto riportato, Philip Morris Italia non finanzia partiti, fondazioni o movimenti politici in Italia ed agisce nel pieno rispetto della legge. La Casaleggio Associati – si legge in una nota – che rappresenta una delle più qualificate agenzie nei servizi di comunicazione digitale, ha supportato Philip Morris Italia nella costruzione ed espansione della comunicazione corporate dell’azienda sui canali digitali. L’incarico ha previsto servizi quali la creazione di contenuti multimediali, la gestione dei profili social dell’azienda, il supporto per eventi aziendali e non, e il monitoraggio online. Contrariamente a quanto riportato da Il Riformista – spiega Philip Morris – il livello di tassazione vigente in Italia è in linea con quello previsto in altri Stati Membri dell’Unione Europea e non rappresenta un’eccezione“. Inoltre secondo il colosso del tabacco: “Contrariamente a quanto riportato da Il Riformista l’emendamento al decreto fiscale adottato dal Parlamento nel 2018, contenente la riforma della tassazione per le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato, ha avuto il supporto di una vasta maggioranza. Tale riforma della tassazione si applica ai prodotti di tutti gli operatori economici, dalle grandi aziende ai piccoli produttori. Accogliamo quindi con favore la notizia appresa oggi dalla stampa che la Procura della Repubblica di Milano ha aperto un fascicolo d’inchiesta sul rapporto tra Philip Morris Italia e la Casaleggio Associati che speriamo possa provare al più presto l’infondatezza delle accuse de Il Riformista. Philip Morris Italia è a completa disposizione per collaborare con le autorità”.

Sul punto è intervenuto anche il direttore de Il Riformista, Piero Sansonetti, interpellato dall’Adnkronos. “Il comunicato della Philip Morris, stranamente riportato quasi interamente anche da Il Fatto Quotidiano, in sostanza non dice nulla. I fatti, che nessuno smentisce, sono tre. In primis che la Philip Morris ha dato due milioni e mezzo a Casaleggio, poi che Casaleggio è il leader dei 5 Stelle. Terza cosa, che il M5s è passato da essere un partito anti lobby del tabacco a filo tabacco e che ha votato un emendamento che ha reso alla Philip Morris 250mila euro l’anno. Punto. Dette queste tre cose incontestabili – sostiene – mettiamoci in mezzo alla strada, fermiamo i passanti e chiediamo ad ognuno: ‘secondo lei c’è connessione tra tutto questo o no?’. E vediamo che rispondono”.

Articolo Precedente

Magistrati onorari, la legge non è uguale per tutti: il paradosso della giustizia italiana

next
Articolo Successivo

Autostrade, il Riesame revoca i domiciliari e dispone interdizione per Castellucci (indagato anche nell’inchiesta sulle gallerie)

next