La notizia è passata quasi inosservata e anche per questo torno sull’argomento. Ma più ancora indispone l’uso dissennato di soldi pubblici in una regione, la Lombardia, che mai come ora dovrebbe indirizzare utilmente le proprie risorse.

Il passaggio di Serravalle a Ferrovie Nord Milano (Fnm), siglato pochi giorni fa, è di fatto un gigantesco stanziamento a fondo perduto a favore di Pedemontana, l’eterna incompiuta più costosa d’Italia. Forse un giorno scopriremo i motivi di tanto accanimento. Un’operazione che assomiglia molto a un maquillage finanziario apparentemente a somma zero, ma che costerà caro ai cittadini e alle nostre zoppicanti Ferrovie.

Veniamo ai fatti. Regione Lombardia ha venduto la maggioranza di Serravalle a Fnm, entrambe controllate dalla Regione. La prima è la storica concessionaria dell’autostrada Milano-Genova e delle tangenziali milanesi, nonché azionista di maggioranza di Pedemontana. La seconda gestisce l’infrastruttura ferroviaria e controlla con Trenitalia il titolare del servizio vero e proprio, Trenord.

Mentre Serravalle è oggettivamente una macchina da soldi, benché assorbiti in gran parte da Pedemontana, sullo stato di salute delle nostre ferrovie basta chiedere ai pendolari. Prezzo dell’operazione: 519 milioni, che finiranno dritti nella casse regionali. Una bella cifra, che aumenterà il debito delle Ferrovie a fronte di non si sa quali benefici industriali. La Regione dal canto suo verserà 350 milioni a Pedemontana, diventandone azionista di controllo con oltre il 50% del capitale. Già avevo messo in luce l’assurdità dei 150 milioni stanziati ad aprile – ora assorbiti dall’attuale provvedimento – in piena emergenza Covid.

Il messaggio della giunta è forte e chiaro: ci assumiamo la responsabilità diretta dell’opera, comunque vadano le cose. E soprattutto le banche possono fidarsi e aprire i cordoni della borsa: garantiamo noi. Anche perché se non arriveranno 2 miliardi di finanziamenti entro marzo decadrà la defiscalizzazione di 800 milioni, promessa da vari governi precedenti. Ovvero: da questo momento ogni problema di bilancio di questa sfortunata arteria (perdite, aumenti di capitale, extracosti, ecc) ricadrà direttamente sui cittadini lombardi. E sulle Ferrovie, perché il 40% della concessionaria resta in mano a Serravalle, dunque a Fnm.

Lo dimostra l’uscita del gruppo Gavio – che i conti il sa fare – proprio da Serravalle, per divergenze sulla nuova autostrada. Il bilancio 2019 di Pedemontana mostrava perdite pregresse per 76 milioni, ma i soldi pubblici finiti in quel buco nero sono molti di più, a partire dal contributo statale di 1,2 miliardi per arrivare a quest’ultima potente iniezione di capitale.

Forse stavolta Pedemontana si farà davvero e avremo finalmente una nuova autostrada di 90 km in una delle regioni più asfaltate e inquinate d’Europa. Fontana potrà vantare il risultato, almeno su questo fronte, dopo 35 anni di stasi. Le auto sfrecceranno da Cassano Magnago a Osio Sotto pagando tariffe esorbitanti. E i costi, scandalosi, saranno spalmati in modo omeopatico sulle imposte regionali e sul taglio dei servizi. Pronti per la prossima emergenza.

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